CATANIA - ARRESTATA LA CUGINA DEL BOSS SANTAPAOLA

di Veronica Puglisi
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Non avrebbe agito semplicemente come moglie e parente di vertici del sodalizio, ma avrebbe volutamente rivestito il ruolo di associata, esercitando il potere mafioso derivante dalla sua appartenenza alla ‘famiglia di sangue'”. E’ quanto emerso dalle indagini che hanno portato all’arresto di Grazia Santapaola cugina dello storico capomafia ergastolano Benedetto Santapaola e moglie del boss Salvatore Amato. E’ stata arrestata da carabinieri del Ros per associazione mafiosa nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Catania. Nei suoi confronti militari dell’Arma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Innumerevoli gli episodi che la vedrebbero protagonista nel gestire direttamente gli affari illeciti del gruppo mafioso il cui storico vertice resta il marito Turi AMATO, al fine di garantire il sostentamento del sodalizio e delle famiglie dei detenuti. In diverse circostanze, le contesta la Procura di Catania, “sarebbe stata proprio Grazia Santapaola la figura autorevole, riconosciuta anche da altri sodalizi e gruppi mafiosi, che si è occupata della gestione di affari illeciti condotti nel centro storico di Catania o della risoluzione di svariate criticità” come, ricostruisce l’ordinanza, “il contrasto che ci sarebbe stato con il clan Nardo dove la boss sarebbe intervenuta per la difesa del figlio di Francesco Santapaola, detto ‘Ciccio campetto’, già reggente della famiglia mafiosa e attualmente detenuto. Tra gli episodi ricostruiti dalle indagini, anche la contrapposizione con Christian Paterno’, già responsabile del gruppo mafioso San Giovanni Galermo, arrestato recentemente con l’operazione Ombra, responsabile, secondo l’indagata, di “averle mancato di rispetto”. Anche nel conflitto che, nel 2023, vide i Santapaola-Ercolano contrapporsi al clan Cappello, Grazia Santapaola si sarebbe mossa in difesa dell’onore della ‘famiglia di sangue’. Tutte le ulteriori condotte raccolte nell’ordinanza di custodia cautelare notificata questa mattina, si legge nella nota della procura, testimonierebbero come, per la prima volta, la donna avrebbe travalicato il ruolo di secondo piano in passato esercitato all’interno della famiglia di cosa nostra, per diventare in prima persona portatrice degli interessi dell’associazione e in particolare del suo gruppo – denominato Ottantapalmi.

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