CATANIA - CRISI AGENZIE E TOUR OPERATOR

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Si lavora a ritmo serrato e su più fronti per restituire funzionalità allo scalo etneo. C’è stata una nuova riunione in Prefettura tra Sac, Enac, Protezione Civile, il comandante della base di Sigonella Emanuele Di Francesco, gli Enti di Stato e il Comune di Catania, per esaminare lo stato di avanzamento dei lavori per l’ampliamento del Terminal C, al fine di aumentarne la capacità operativa, mentre, relativamente alla disponibilità dell’aeroporto di Sigonella, si resta in attesa di poter verificare la piena disponibilità anche dell’area terminal, necessaria allo svolgimento delle operazioni. Nel frattempo, però, una delle gravi emergenze che l’incendio all’aeroporto Fontanarossa sta causando è la crisi di almeno 900 tra agenzie e tour operator siciliani. “Non siamo nelle condizioni di offrire assistenza ai clienti – afferma Gianluca Glorioso, presidente regionale Fiavet Sicilia Confcommercio – perché non riceviamo tempestivamente le comunicazioni sulla riprogrammazione dei voli e dei trasferimenti. Non abbiamo contezza degli orari delle partenze delle navette tra gli aeroporti. I nostri operatori hanno difficoltà a contattare le compagnie aeree per la riprotezione dei passeggeri e si sono bloccate anche le prenotazioni, con grave danno economico per il settore e per i clienti”. L’emergenza ormai è internazionale, e tra le storie di disagi dei viaggiatori spicca quella di una paziente oncologica di Ravenna che doveva rientrare per sottoporsi a una seduta di chemioterapia. La donna sarebbe dovuta partire da Catania per Bologna con un aereo previsto prima del rogo, e che è stato dirottato a Comiso. Il bus per lo scalo ragusano è partito alle 11.30 dal capoluogo etneo e l’aereo è decollato alle 21.30 dal Pio La Torre. Un’attesa lunga e tutt’altro che confortante. Lo denuncia il Codacons, spiegando che la viaggiatrice ha avuto difficoltà persino a comprare dell’acqua. “La signora – afferma l’associazione di consumatori – ha tentato di acquistare una bottiglietta d’acqua ma in fila, prima di lei, c’erano 857 persone. All’interno dell’aeroporto non c’erano né aria condizionata né scale mobili. La Protezione civile – chiosa il Condacons – ha allestito all’esterno un gazebo per fornire non bottigliette ma bicchieri d’acqua, ma anche in questo caso la fila e il caldo non rendevano agibile la fruizione”.

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