AGRIGENTO - “GIUSTIZIA PER CHIARA”

di Marco Scavino

A parlare è Calogero La Mendola padre di Chiara morta 10 anni fa. Da un anno e 11 mesi attendono che vengano depositate le motivazioni della sentenza (previsto originariamente in 90 giorni) che ha condannato, per omicidio colposo, due funzionari comunali di Agrigento per la morta della 23enne in un incidente con il suo scooter. I reati rischiano così di finire in prescrizione. Tutto ciò è una vergogna per il fratello Marco che chiede giustizia
La famiglia stretta nel dolore ritrova il sorriso di Chiara nelle foto di cui è tappezzata la sua stanza rimasta intatta da quel maledetto 30 dicembre. Il padre accarezza il casco che la ragazza indossava quella sera, nella camera di Chiara, c’è anche l’ultimo acquisto così come ricorda il fratello Marco…

E’ il 30 dicembre del 2013 è sera, dopo le 18:30 è già buio, la 23enne sta rientrando a casa. Chiara alla guida di uno scooter, in via cavaleri magazzeni ad Agrigento, si imbatte contro una buca sull’asfalto che l’acqua lasciata dalle piogge aveva nascosto. Perde il controllo del mezzo, cade e un’automobile che veniva dal senso opposto la prende in pieno. Una buca profonda non riparata, più volte denunciata e segnalata agli organi competenti. Buca che verrà ricoperta 72 giorni dopo la morte della ragazza. Per la 23enne di Agrigento, manifestazioni e sostegno dell’intera città che chiede giustizia. Per la morte di Chiara vengono condannati in Appello un dirigente e un funzionario del Comune, ma la sentenza non è mai arrivata e i reati rischiano di finire in prescrizione, oltre a portare al “congelamento” della causa civile per il risarcimento del danno. La famiglia è pronta a incatenarsi davanti alla Corte di appello e a rivolgersi al ministro dell’Interno, Carlo Nordio.

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