Il presidente della Regione, Renato Schifani, trova tutti i voli pieni, non può tornare da Roma a Palermo in aereo con Ita e, costretto ad optare per la nave, con partenza da Napoli, scopre tutti i disagi che i siciliani vivono sulla propria pelle da sempre: servizi di trasporto carenti, collegamenti imbarazzanti e prezzi esorbitanti, soprattutto in prossimità delle feste. Schifani si chiede se tutto ciò possa essere considerato normale in un Paese come il nostro, e la risposta ci permettiamo di dargliela noi: no. Ben venga, dunque, il suo annuncio relativo all’intenzione di denunciare all’Antitrust il “cartello” tra Ita e Ryanair sulla rotta Palermo-Roma, in quanto unici vettori a operare su quel percorso, coinvolgendo i migliori avvocati esperti del settore. «Lo scandalo del caro voli – dice – deve trovare una risposta, immediata ed efficace. È inaccettabile che a minare il diritto alla mobilità dei cittadini sia una compagnia a capitale totalmente pubblico come Ita. Torno perciò a chiedere al governo di farsi sentire e in particolare modo al Ministero dell’Economia e delle Finanze”. Tra compagnie aeree che si tirano indietro e cancellano le tratte e politiche disattente o del tutto assenti ai bisogni dell’Isola, i siciliani, che dovrebbero pure essere avvantaggiati dalla continuità territoriale, si trovano a mettere mano al portafogli e a spendere centinaia di euro per tornare a casa, tanto che da qualche anno ha preso piede l’iniziativa del bus solidale. I diritti, insomma, che diventano privilegi, nell’indifferenza generale, e voli per Roma che costano più di quelli per New York. Schifani ne ha parlato direttamente col ministro Adolfo Urso: «Nel corso di una cordiale telefonata, – fa sapere – ho chiesto al ministro di poter intervenire su Ita”. E Urso pare abbia raccolto la sollecitazione del governatore facendosi «parte attiva» perché condivide il problema denunciato da Schifani. Vedremo se tanta unione di intenti porterà risultati tangibili.
SICILIA - LA REGIONE CONTRO IL CARO VOLI
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