CORTE DEI CONTI - USO ILLECITO DI FONDI

di Viviana Sammito

L’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti a Palermo è stata l’occasione migliore per ricordare agli amministratori la necessità di maggiore trasparenza e oculatezza nella gestione dei fondi pubblici. Il procuratore della corte dei conti, Pino Zingale, ha fatto riferimento ad un’istruttoria che riguarda l’illecito utilizzo di fondi pubblici, destinati ai migranti aventi diritto di asilo nel territorio di Ragusa, per oltre 6 milioni di euro ai danni del ministero dell’Interno fondo nazionale per le politiche e i servizi di asilo, del comune di Modica, del Comune di Ragusa e della Provincia di Ragusa e della Prefettura di Ragusa. Il danno è stato contestato agli amministratori di una cooperativa sociale onlus che svolgeva, nella realtà, attività con finalità di lucro perchè gli amministratori utilizzavano “le somme ricevute per private utilità personali, grazie anche al concorso di consulenti compiacenti ai quali è stata contestata la responsabilità a titolo di dolo e con vincolo di solidarietà”. Comuni e prefettura sono parti offese in questo caso di assistenza ai migranti risalente al 2010. La corte dei conti ha anche citato a giudizio sei funzionari responsabili del settore tributi del Comune di Castelvetrano contestando il danno erariale di oltre 360 mila euro per la prescrizione dei tributi locali come Ici, Tia, Tares e Tari. Il danno è stato ritenuto riconducibile alla inerzia, gravemente colposa, di quei funzionari. Un appalto irregolare ha provocato la revoca di un finanziamento dell’Ue per un avanzato sistema di sorveglianza antincendio in Sicilia. Il sistema di nuova generazione aveva ottenuto un finanziamento di 36 milioni e 446 mila euro con un progetto collegato a una misura del Programma di sviluppo rurale. Il finanziamento è saltato quando si è scoperto che l’appalto era stato affidato, tramite gara, a una azienda priva dei requisiti necessari. Ora la Procura regionale della Corte dei conti ha promosso un’indagine per danni nei confronti dei funzionari che non si sono accorti della irregolarità.

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