GELA - CAPORALATO, UN ARRESTO

di Viviana Sammito

Versavano in condizioni di grande difficoltà economica e non avevano un’occupazione stabile ed è per questo che 21 braccianti agricoli italiani e immigrati accettavano condizioni di lavoro disumane imposte dal titolare dell’azienda agricola, percependo paghe di gran lunga inferiori a quelle previste dai contratti collettivi. La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Caltanissetta, coordinata dalla Procura della Repubblica preso il Tribunale di Gela, ha stretto ai domiciliari il titolare di un’azienda agricola, indagato per le ipotesi di reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. L’arrestato assumeva “braccianti agricoli” da destinare alla coltivazione e alla raccolta di frutta ed ortaggi all’interno delle serre e sui campi di proprietà, sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno. E’ stata sequestrata l’azienda agricola e posta sotto controllo giudiziario. La Cgil, in una nota, ha ricordato l’uccisione, a Caltanissetta nel 2020, di Adnan Siddique per avere difeso i braccianti dai caporali. “Questa ennesima vicenda – ha scritto il sindacato- dimostra che bisogna tenere alta la guardia. Ma anche sottolinea la necessità che si diffonda l’occupazione buona, di qualità, nella piena legalità e gestita attraverso il collocamento pubblico.

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