Cinque vittoriesi sono stati arrestati dai carabinieri che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di tre esponenti della stidda, il clan dominante carbonaro di Vittoria contrapposto a Cosa Nostra e che, negli anni ’90, è stato al centro di numerosi omicidi di mafia. Sono stati raggiunti dalle misure cautelari, Angelo Ventura, detto u checcu, e il padre Giambattista, già recluso in carcere, Rosario nifosì, e altri due pregiudicati Marco Nuncibello e massimo melfi, non facenti parte prima d’ora dell’organizzazione criminale. I cinque, con il classico metodo mafioso, hanno taglieggiato dal 2014 al 2020 una coppia di imprenditori, proprietaria di un ristorante di Scoglitti. Le vittime hanno denunciato le vessazioni, le intimidazioni: i cinque hanno costretto i titolari a corrispondere al clan in 6 anni, 4mila euro, pena l’incendio dell’attività di ristorazione. I cinque arrestati hanno sfruttato la capacità di intimidazione legata alla loro appartenenza al clan mafioso “Ventura”, circostanza ben nota alle vittime, inducendole a versare ripetutamente somme di denaro, di importo variabile, volte al sostentamento degli appartenenti al clan mafioso. Per i tre appartenenti al clan è in corso un processo in appello nell’ambito dell’indagine giudiziaria “Survivor” le cui accuse mosse sono estorsioni in danno di commercianti di prodotti ortofrutticoli e di altre imprese dell’indotto connesso al mercato di Vittoria, così come ai danni di aziende operanti in altri settori economici, come le imprese di onoranze funebri. I tre del clan sono difesi dall’avvocato Giuseppe Di Stefano e gli altri dal penalista Franco Vinciguerra. Sono in corso le indagini per stabilire se i cinque hanno colpito altri titolari di attività commerciali. Quando sembrava che l’ombra dei clan era ormai lontana, qualche esponente continua a dare un colpo di coda ma ci sono imprenditori onesti che hanno alzato la testa per ribellarsi alla mafia.
VITTORIA - MAFIA, 5 ARRESTI
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