IMMIGRAZIONE - “NO A RICATTO DI SCAFISTI”

di Viviana Sammito

‘Non subiremo il ricatto di scafisti senza scrupoli’, continua a ripeterlo in aula a Montecitorio durante il question time la presidente del consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, come aveva fatto a Cutro dopo la tragedia del barcone arenato e dove dal mare continuano a riemergere i corpi delle vittime. “E’ evidente – ha riferito la Premier – che stiamo assistendo a una pressione migratoria che ha pochi precedenti. Le cause sono molteplici, le conosciamo: l’instabilità politica, le crisi economiche che si sono aggravate, e, non da ultimo, lo continuo a denunciare, gli interessi di potenti organizzazioni criminali di trafficanti che spesso sono dotate di proiezioni transnazionali”. L’obiettivo del governo è bloccare i trafficanti di esseri umani e invece favorire l’immigrazione regolare”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajaniha il quale ha affermato che intende “favorire i Paesi virtuosi” ovvero quelli che “faranno accordi con l’Italia” in materia di lotta ai trafficanti e sul ritorno degli espulsi. Questi Paesi “avranno una quota maggiore di immigrati regolari” a cui sarà consentito entrare in Italia, ha spiegato Tajani, sottolineando che “pensiamo di poter arrivare a oltre 80mila in un anno” anche sulla base delle richieste del mondo agricoltura e dell’imprenditoria. Mentre il governo parla delle politiche migratorie, riemergono le condizioni drammatiche dei 17 superstiti del secondo naufragio, dopo quello di Cutro, a 120 miglia da bangasi. Uno dei sopravvissuti, ospiti all’hotpost di Pozzallo, il 33enne del bangladesh, Siful, ha una frattura alla gamba destra procurata mentre tentava di arrampicarsi sulla barca che si era ribaltata e per questo motivo è stato trasferito all’ospedale ‘Maggiore-Baglieri’ di Modica. Molti di loro sono riusciti a mettersi in contatto con le famiglie per rassicurarle che sono vivi e stanno bene. Dal Bangladesh siful ha raggiunto la Libia in pochi giorni al prezzo di mille dollari, raccolti in anni di lavoro e pagati al trafficante. Nel mio Paese facevo il falegname per vivere- racconta all’ansa – ma ho sempre sognato di arrivare in Italia. A 120 miglia da bengasi, il mare diventa mosso, Alcuni volevano ritornare indietro, in 47 erano stipati uno addosso all’altro in 8 metri di imbarcazione fatiscente, faceva molto freddo – ricortda sifusl, e le onde mi facevano venire la nausea. Lui si è aggrappato al relitto con la forza della disperazione, ma molti non sapevamo nuotare e li ho visti scomparire tra le onde. Adesso Siful spera di potere riabbracciare la sua famiglia.

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