Per lo psichiatra Salvatore Sedita era spinto dalla cocaina e capace di intendere e volere, è quando detto dallo psichiatra Lorenzo Messina nel corso dell’incidente probatorio. Salvatore Sedita uccise i genitori Giuseppe Sedita di 66 anni e Rosa Sardo di 62 nella loro abitazione di via Rosario Livatino il 13 dicembre scorso massacrandoli con 47 colpi di mannaia. Lo psichiatra era stato incaricato dal GIP di Agrigento Francesco Provenzano di eseguire una perizia sul 34enne, per il medico il giovane è sano di mente e può essere processato. Gli accertamenti erano stati sollecitati dal procuratore reggente Salvatore Vella e dal pm Gloria Andreoli per fare luce sulla capacità di intendere e volere e sull’effettiva portata dei problemi mentali dell’indagato. “Ho colpito prima mia madre con la mannaia conservata in una borsa frigo in camera da letto. Gliel’ho conficcata nel collo ma è rimasta viva. Ho continuato anche quando ho capito che erano morti dando dei colpi secchi alle mani”: questo il terribile racconto di Salvatore Sedita dopo essere stato sottoposto a delle terapie nel reparto di psichiatria. Prima aveva fatto una ricostruzione delirante raccontando di avere visto i demoni e che l’autore dell’omicidio era “un uomo con la maschera e i tatuaggi che ha bussato a casa”. Salvatore Seidita si trova ricoverato nella sezione psichiatrica del carcere di Barcellona Pozzo di Gotto. “Il reato – scrive lo psichiatra nella perizia – non è diretta espressione di una infermità mentale ma è avvenuto sotto l’effetto della cocaina per cui Sedita va considerato capace di intendere e volere”. All’incidente probatorio hanno partecipato il difensore dell’indagato, l’avvocato Ninni Giardina, e i legali dei familiari, Giuseppe Contato e Giuseppe Zucchetto, indicati come parti offese.
RACALMUTO - “SEDITA SPINTO DALLA COCAINA”
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