Hanno salvato 27 migranti il 12 settembre del 2020 trasportandoli al porto di Pozzallo ma senza alcun preventivo raccordo con le autorità e percependo 125mila euro. La stessa somma sequestrata, su disposizione del Gip del tribunale di ragusa a seguito di un’indagine della procura iblea, a carico della società
Idra Social Shipping, armatrice della nave Mare Jonio. Secondo gli investigatori, che indagano per favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina e violazione del codice della navigazione, il trasbordo dalla Mare Jonio è stato “effettuato solo dopo la conclusione di un accordo di natura commerciale tra le società armatrici delle due navi, accordo in virtu’ del quale la Mare Jonio ha percepito una ingente somma quale corrispettivo per il servizio reso”. “Mesi dopo l’operazione di salvataggio – aveva precisato in una nota Kis Soegaard, portavoce della compagnia danese di navigazione dopo l’apertura dell’inchiesta – abbiamo deciso di dare un contributo di 125 mila euro a Mediterranea per coprire alcuni dei costi sostenuti in seguito all’operazione”. Tra gli indagati Pietro Marrone, il comandante della nave mare Jonio, Alessandro Metz , armatore di Idra Social Shipping, e Luca Casarini della società Idra.
Mai siamo stati sentiti dagli inquirenti e per la quale ribadiamo
che nessun reato è stato commesso, né dalla nostra società né
dai nostri dipendenti e amministratori, e tanto meno dagli
attivisti coinvolti. Si difende così Gianni Cavallini,
presidente del Consiglio d’amministrazione di Idra social
shipping srl. Nessun profitto è
stato mai redistribuito tra i soci e ogni utile è sempre stato
reinvestito nel supporto ad attività sociali e umanitarie. I
nostri legali – si legge nella la nota – hanno già intrapreso ogni
iniziativa utile a tutelare la Società e la sua operatività.”