Solo due dei 5 indagati, quelli reclusi momentaneamente nel carcere di Ragusa, hanno risposto al Gip Chiara Di Dio Datola e del pm Fragalà che contesta, a seguito di indagine dei carabinieri della compagnia di vittoria coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Catania, l’estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso nei confronti di una coppia di risyoratori di scoglitti. I due pregiudicati Marco Nuncibello e massimo melfi, difesi dal penalista Franco Vinciguerra, hanno riferito di non fare parte dell’organizzazione mafiosa della stidda, del clan dominante carbonaro di cui fanno parte gli altri tre indagati: giambattsta ventura, già recluso nel carcere di alta sorveglianza a Terni, il figlio angelo e Rosario Nifosì, arrestato mentre si trovava in Brianza. Nuncibello e melfi hanno spiegato, nell’interrogatorio di garanzia, che hanno riscosso somme di denaro dai due imprenditori per prestazioni di assistenza rese al suocero di una delle vittime, avendo in getsione Nuncibello un’agenzia di onorazne funebri con serbizio di ambulanza privata h 24 e trasferimento in rsa. Un lavoro svolto anche da melfi nel 2020, motivo per il quale – ha spuiegato – si è ricolto alla coppia di imrenditori per conto di Nuncibello al fine di ottenere le somme mai ricevute da prestazioni garantite, secondo quanto hanno riferito. DFochiarzioni che però non sono supporatte da documentaziomne.
Mentre i due Ventura, difesì dall’avvocato Giusepper Di stefano, e Nifosì, assistito dal legale Italo Alìa, si sono avvalsi della agcoltà di no rispndere. Prossima settimana sarà presentata istanza al tribunale della Libertà. . I cinque, con il classico metodo mafioso, hanno taglieggiato, secondo la DDa, dal 2014 al 2020 una coppia di imprenditori, proprietaria di un ristorante di Scoglitti, riuscendo a introitare 4mila euro, pena l’incendio dell’attività di ristorazione.
RAGUSA - SOLO IN DUE RISPONDONO AL GIP
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