Catania e la lista infinita di candidati per la poltrona di sindaco.
Se fosse un film questo potrebbe essere un titolo per descrivere l’attuale momento politico della città Etnea in vista delle elezioni amministrative del prossimo 28 e 29 maggio.
Ma un film non è anzi è una amara verità quella che è sotto gli occhi dei catanesi che assistono a botta e risposta tra i partiti, a fughe in solitaria, a candidature che certe ancora non sono. E alle elezioni mancano solo 2 mesi.
Per non parlare della quasi assenza dei programmi.
Programma che, invece, pare abbia unito il fronte progressista che ieri ha presentato il candidato, Maurizio Caserta, alla città e ai cittadini. Occorre ripartire, ridare dignità a Catania, ha sottolineato lo stesso candidato che ha evidenziato come negli ultimi 20 anni a Catania si siano registrati fallimenti.
Adesso tocca al centrodestra rispondere e dovrebbe farlo con un candidato autorevole, così come più volte è stato detto durante i confronti ma anche ai microfoni della stampa. Le riunioni si susseguono ma ancora nulla di fatto. Ed ecco che ci sono le fughe in avanti. Non solo quella della sudano, candidata della Lega, ma anche quella di Pippo Arcidiacono, ex assessore della giunta Pogliese e uomo di fratelli d’Italia che però non vuole più aspettare le decisioni dall’alto e con una serie di cartelloni sparsi per la città ha annunciato che lui c’è.
Insieme ad altri nomi che nel centrodestra restano in pole: Ruggero razza, Sergio Parisi, si vocifera anche quello del parlamentare di fratelli d’Italia Manlio Messina e quello del leader del movimento per l’autonomia Raffaele Lombardo, disposto a correre da solo se il centrodestra resta spaccato.
Poi ci sono i solitari: Vincenzo Drago (Partito socialista democratico italiano); Giuseppe Giuffrida (civico); Giuseppe Lipera (civico); Gabriele Savoca (Sud Chiama Nord); Riccardo Tomasello (civico); Lanfranco Zappalà (civico riformista). Ed Enzo Bianco (civico centrosinistra) che nei giorni scorsi è stato protagonista di uno scontro a distanza con il segretario del Pd anthony Barbagallo, criticato da Bianco e da una frangia del Pd, su come è stata portata avanti la scelta del candidato del fronte progressista.
E questo ci fa porre una domanda: siamo sicuri che alcuni di questi corrano davvero da soli? Perché qualcuno potrebbe attrarre le parti dissidenti dei partiti e poter contare su appoggi trasversali che ridisegnerebbero la mappa delle elezioni. Per i titoli di coda bisognerà aspettare il 29 maggio, quando le urne si chiuderanno