Era segretario regionale del Partito Comunista Italiano. Sulla base di una proposta di legge da lui presentata, venne promulgata la legge 13 settembre 1982, n. 646 (detta “Rognoni-La Torre”), che introdusse nel codice penale l’art. 416-bis, il quale prevedeva per la prima volta nell’ordinamento italiano il reato di “associazione di tipo mafioso” e la confisca dei patrimoni di provenienza illecita[2].43 anni fa, in via Turba, a Palermo, lungo la strada per la sede del partito comunista, un commando di mafia uccise il segretario del PCI, Pio La Torre, e il collaboratore, Rosario Di Salvo. Tra i capi mafia condannati per il duplice omicidio, sopravvive solo Pippo Calò, vicino alla banda della Magliana e ai servizi segreti. La Torre aveva confidato di sentirsi pedinato tanto dai servizi segreti americani quanto da quelli russi. Il dato processuale è che i servizi segreti italiani lo pedinarono a lungo e che quel pedinamento cessò poco prima dell’omicidio. Tra documenti riservati e confronti con esperti e studiosi, La Torre aveva intuito la presenza in Sicilia di una rete segretissima legata alla Nato e di relazioni tra poteri criminali e occulti, anni prima che il presidente del Consiglio Andreotti rivelasse in aula l’esistenza di Stay Behind. Sulla pista Gladio nei delitti politici – Reina, Mattarella, La Torre e Di Salvo – lavorò Giovanni Falcone. Poi, le indagini presero un’altra strada. Al processo agli esecutori materiali, la parte civile ragionò su uno spettro più ampio delle responsabilità dei delitti. Di uno scambio tra mafia e qualche servizio segreto parlò 9 anni fa un ex dirigente comunista siciliano: la chiave del delitto – disse Nino Mannino, anch’egli membro della commissione antimafia – è nel no di La Torre ai missili a Comiso. Forse la goccia che fece traboccare il vaso. “Pio La Torre e Rosario Di Salvo sono testimonianza dei valori di dedizione nella difesa dei diritti individuali e collettivi posti a fondamento della pacifica convivenza. Nel quarantatreesimo anniversario della loro vile uccisione, la Repubblica rende omaggio al loro impegno per la costruzione di una società libera dal giogo mafioso e in cui a prevalere sia la legalità”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato alla presidente del Centro di studi e iniziative culturali “Pio La Torre”, Emilio Miceli ed al Presidente Emerito, Vito Lo Monaco.
PALERMO - 43 ANNI FA L’UCCISIONE DI LA TORRE E DI SALVO
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