PALERMO - HOSTESS MORTA A VIENNA, CHIESTI SEQUESTRI

di Viviana Sammito
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Troppi punti oscuri e circostanze da chiarire, oltre alla mancata collaborazione da parte delle autorità austriache sulla morte dell’hostess palermitana, aurora maniscalco, morta il 21 giugno a Vienna dopo essere precipitata dal terzo piano dell’appartamento che condivideva con il fidanzato, Elio Bargione, indagato per atto dovuto con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio. il legale della famiglia, alberto raffadale, ha depositato una nuova richiesta di indagini volte a verifiche e sequestri urgenti come l’acquisizione della cartella clinica dove era annotata la richiesta dei medici austriaci di eseguire l’autopsia. il sequestro, all’ospedale Generale di Vienna degli indumenti e di tutti gli effetti personali, inclusa la catenina, che Aurora indossava al momento della caduta. Reperti indispensabili per gli accertamenti tecnico-scientifici volti per cercare tracce biologiche di terzi, fibre o altri elementi indicativi di una colluttazione. Perchè i familiari, papà Francesco Paolo Maniscalco e la madre Giada Cucina, sostengono che la figlia non abbia messo in atto un gesto volontario. Per l’avvocato Raffadale, pertanto, è necessaria l’acquisizione di tutte le registrazioni video dai sistemi di sorveglianza installati nelle vicinanze dell’immobile a Vienna, le analisi del cellullare di Aurora e anche quello del fidanzato Elio Bargione. E’ stato chiesto alla polizia austriaca di eseguire un nuovo sopralluogo nell’appartamento per cercare tracce o elementi biologici che possano indicare una dinamica dei fatti diversa da quella suicidaria. Per le indagini il legale chiede un accurato esame dattiloscopico sulla balaustra dell’appartamento e l’acquisizione della documentazione fotografica realizzata dalle forze dell’ordine austriache intervenute sul luogo. Infine è stato richiesto di sentire una donna ripresa in un filmato depositato che ha riferito di continui e accesi litigi tra la vittima e il convivente, dell’autore del servizio televisivo e del testimone al quale Elio Bargione ha fornito due versioni contrastanti dell’accaduto. Secondo il legale è necessario alla luce dell’autopsia eseguita all’istituto di medicina legale di risentire i due testimoni che hanno raccontato che la giovane è caduta sbattendo per prima la testa. Cosa diversa da quanto sarebbe emerso dall’esame sul corpo di Aurora. Inoltre, la famiglia non ha mai compreso perchè è stata avvisata 7 ore dopo il fatto e non subito da elio bargione il quale, stando alle diochiarazionedel legale ha prima avvertito i suoi familiari.

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