GLOBAL SUMUD FLOTILLA - DUE NUOVE FLOTTE PER GAZA, “IMPEGNO CONTINUA”

di Viviana Sammito
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La pioggia battente che cade su Catania non ferma gli organizzatori delle due nuove flotte, una decina di barche, due al porticciolo di San Giovanni Li Cuti e le altre in rada, che si preparano a prendere il mare da Catania per Gaza . Thousand Madleens to Gaza & Freedom Flotilla Coalition partiranno per “sfidare il blocco illegale imposto da Israele a Gaza ed esporre i sistemi che rendono possibili i suoi crimini di guerra”. “Navigheremo – dicono – perché le potenze mondiali consentono l’assedio illegale di Gaza da parte di Israele. Navigheremo per romperlo, per smascherare i sistemi che sostengono i crimini di guerra di Israele, e per affermare i diritti del popolo palestinese”. “Il principio strategico di base dietro Thousand Madleens, come indica il nome, è quello di inviare “mille barche” finché il mondo non potrà più distogliere lo sguardo e Israele non potrà più fermare ogni barca”. Lo hanno ribadito gli organizzatori delle due nuove flotte. Le imbarcazioni per la “maggior parte, trasportano forniture mediche, cibo secco e materiale scolastico, poiché queste sono state segnalate come alcune delle principali priorità dai palestinesi sul campo”. “Siamo pronti a partire – annunciano in conferenza stampo – e non finiremo fino a quando la Palestina, vittima di attacchi senza precedenti, non sarà libera. Con noi i cittadini del mondo che finalmente si stanno ribellando e lottano, con azioni non violente, per la liberazione del popolo palestinese”. Una barca con a bordo una maggioranza di giornalisti internazionali e medici professionisti salperà il 1 ottobre per Gaza. E’ l’obiettivo annunciato da Freedom Flotilla Coalition in conferenza stampa a Catania.”È un’iniziativa senza precedenti – è stato spiegato – perché per due anni Israele ha negato a tutti i giornalisti stranieri di entrare a Gaza, creando uno dei blackout di stampa più severi nella storia recente. La delegazione italiana presente a bordo è composta da circa 50 persone, di cui circa 40 sono rimaste a bordo e le rimanenti hanno legittimamente deciso di tornare in Italia per proseguire l’attività insieme all’equipaggio di terra: il livello di stress a cui sono sottoposte le persone a bordo è rilevante. La delegazione italiana continua la navigazione insieme al resto della flotta internazionale verso est con gli occhi puntati su Gaza

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