La maggioranza del governo regionale scricchiola. Avvisaglie c’erano già state in occasione delle nomine della sanità, con la giunta disertata da MPA e FdI, che non voleva la riconferma di Salvatore Iacolino e che pare non abbia digerito nemmeno la nomina del nuovo direttore sanitario dell’Asp di Catania. Oggi, durante la seduta all’Ars per la votazione dei 54 articoli e degli emendamenti della manovra quater da 241 milioni di euro, è arrivata una doccia fredda per il presidente Renato Schifani. Bocciati col voto segreto tre articoli sui primi 9. 17 i franchi tiratori del Centrodestra che hanno votato assieme a Pd e M5s, spingendo il governatore a valutare il ritiro della manovra. Secondo fonti del governo regionale tra questi 17 ci sarebbero proprio i 12 parlamentari di Fratelli d’Italia. Il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, ha sospeso i lavori e ha convocato i capigruppo della maggioranza, ma non è servito a molto. Al rientro in aula, infatti, è stata ignorata la proposta del governo di stralciare 20 articoli dalla manovra, e la maggioranza, votando articolo per articolo, è andata ancora sotto per tre volte con il voto segreto, sugli emendamenti soppressivi di Pd e M5s. Tra le norme bocciate anche il Fondo per l’editoria. In questo caso l’aula ha approvato un soppressivo del M5s, primo firmatario Antonio De Luca, con 14 franchi tiratori, ma per ogni norma bocciata i franchi tiratori oscillano tra 15 e 17. “Perché sottoporsi a questo massacro?” il commento sfuggito a microfono acceso al presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno. Bocciate anche le norme per il sistema contabile al Cruel, per le piattaforme digitali e i fondi per la film commission per recuperare il lungometraggio su Biagio Conte. Approvate, invece, quelle relative ai fondi per l’AST, i Mercati agroalimentari della Sicilia e la stabilizzazione del personale precario dei Consorzi di bonifica della Sicilia, e il deputato regionale di Grande Sicilia, l’ on. Giuseppe Lombardo, esulta parlando di “una svolta fondamentale per centinaia di lavoratori e per il buon funzionamento del sistema consortile regionale”. Per Antonio De Luca, capogruppo del M5S all’Ars, “Le spaccature nella maggioranza ora sono voragini. Cercheranno di mettere pezze e toppe qua e là, ma è chiaro ormai che questo governo è in crisi”. “È la Waterloo di Schifani. Se ci avessero dato retta, ritirando la manovra-quater, il governo avrebbe evitato quello che si sta rivelato uno stillicidio d’aula con un ko dopo l’altro” dice Michele Catanzaro capogruppo del Pd all’Ars. Interviene anche il leader di Azione, Carlo Calenda: “In Sicilia Schifani deve ritirare la manovra perché non gliela vota la maggioranza. La situazione è fuori controllo. Si commissarino – scrive – le funzioni fondamentali della Regione: acqua, rifiuti, sanità. La Costituzione lo impone quando i livelli minimi delle prestazioni ai cittadini scendono sotto la soglia di guardia”.
MANOVRA QUATER - 17 FRANCHI TIRATORI, LA MAGGIORANZA VACILLA
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