ENTI IN DISSESTO - ALLARME CGIL E ASAEL, LE STRATEGIE DI ANCI

di Viviana Sammito
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La crisi finanziaria degli enti locali in Sicilia è diventata un’emergenza non più contenibile, con numeri che disegnano un quadro drammatico per l’intera isola. Sono oltre 120 i Comuni siciliani, 7 su 12 nel territorio ibleo, che si trovano oggi in stato di dissesto o pre-dissesto finanziario, una situazione che, secondo l’Associazione Siciliana Amministratori Enti Locali (ASAEL) e la CGIL Sicilia, incide pesantemente sulla qualità della vita dei cittadini, sui servizi essenziali e sul futuro dei lavoratori pubblici. Il presidente dell’ASAEL, Matteo Cocchiara, intervenendo in Commissione Bilancio all’Ars (Assemblea Regionale Siciliana) sulla legge di stabilità 2026-2028, ha lanciato un forte monito, lamentando un “certo disinteresse da parte della politica” per un tema che priva direttamente i cittadini di servizi adeguati. Secondo l’ASAEL, le cause principali di questo fenomeno “non più sporadico” risiedono nell’incapacità di riscuotere le entrate, nell’inefficacia del sistema di controlli, nel fallimento del federalismo fiscale e negli elevati accantonamenti nel fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE). L’allarme lanciato dalla Cgil
. Alfio Mannino (Segretario CGIL Sicilia) e Giuseppe Roccuzzo (Segretario CGIL Ragusa) ritengono che “È la mancanza di liquidità ad accrescere le difficoltà per gli enti,” Per una soluzione “concreta, sostenibile e duratura,” la CGIL ha scritto ai parlamentari nazionali proponendo una norma urgente in Legge di Bilancio che: Consenta ai Comuni in difficoltà di accedere a strumenti di liquidità tramite Cassa Depositi e Prestiti (CDP). Preveda l’erogazione di risorse fino a un importo complessivo di 150 milioni di euro per coprire la massa debitoria dei Comuni. Da bologna, dove per tre gironi si confronterammno i comuni italiani al congrsso nazionale, il presidnete di anci sicilia, paolo amenta, contatato ha rofeito che ci si sta muovendo su vari fronti.

Ecco le strageia secondo anci epr uscire da questa situazione gravosa per gli enti e peri i cttafini

Cocchiara (Asael), Regione e Stato aiutino i Comuni
(ANSA) – PALERMO, 12 NOV – “La Sicilia conta oggi 78 comuni in dissesto e 41 in pre-dissesto, numeri destinati a crescere e per i quali serve un intervento concreto della Regione e dello Stato. Registriamo invece un certo disinteresse da parte della politica per un tema che incide direttamente sui cittadini che godono di sempre minori servizi”. Lo dice Matteo Cocchiara, presidente dell’Asael, l’associazione siciliana amministratori enti locali, sentito in commissione Bilancio dell’Ars sulla legge di stabilità regionale 2026-28.
“Un fenomeno non più sporadico – continua Cocchiara – e per il quale abbiamo presentato un documento anche alle commissioni riunite di Senato e Camera per chiedere un intervento straordinario del Parlamento nazionale. La crisi degli enti locali dell’isola è determinata dall’incapacità di riscuotere le entrate, da un sistema di controlli in parte inefficace e dal fallimento del federalismo fiscale, oltre che dagli accantonamenti nel fondo crediti di dubbia esigibilità”.
“Alla politica regionale – conclude – chiediamo invece di rimpinguare il fondo autonomie locali ormai insufficiente, di colmare i vuoti in pianta organica anche con un’immediata soluzione al precariato, di formare gli amministratori locali”. (ANSA).
GIL SICILIA
UFFICIO STAMPA
COMUNICATO STAMPA
Enti locali: Cgil, 120 comuni in Sicilia in dissesto o pre- dissesto. A
Ragusa 7 su 12
Cgil Sicilia e Cgil Ragusa scrivono ai parlamentari nazionali eletti in
Sicilia perché sostengano una norma per garantire liquidità ai comuni in
difficoltà
Mannino e Roccuzzo: “La crisi pregiudica servizi ai cittadini, stipendi
e stabilizzazioni

Ragusa. 12 nov- Sette comuni sui 12 della provincia di Ragusa sono in
stato di dissesto o pre dissesto, problema che riguarda complessivamente
in tutta la Sicilia 120 amministrazioni locali. “E’ un problema grave
che rischia di compromettere il tessuto sociale ed economico dell’intera
Regione”, sostengono il segretario della Cgil Sicilia Alfio Mannino e il
segretario della Cgil Ragusa, Giuseppe Roccuzzo, che hanno scritto ai
parlamentari nazionali eletti in Sicilia per chiedere “una norma ,
nell’ambito della legge di bilancio, che consenta agli enti di accedere
a strumenti per potere disporre della liquidità necessaria a far fronte
alla massa debitoria, evitando che gli interessi lievitino”. Per i
comuni fino a 60 mila abitanti in dissesto o che non sono nelle
condizioni di rispettare il piano di riequilibrio finanziario
pluriennale, la Cgil propone una erogazione di risorse per il tramite di
Cassa Depositi e Prestiti, a totale copertura della massa debitoria e
comunque fino a un importo complessivo di 150 milioni di euro. Per Cgil
Sicilia e Cgil Ragusa infatti, “è la mancanza di liquidità ad
accrescere le difficoltà per gli enti nel procedere a un rapido
riequilibrio dei conti“.
“È evidente-affermano i due esponenti sindacali- che lo strumento
attualmente previsto del dissesto finanziario non rappresenta più una
soluzione efficace, soprattutto alla luce del fatto che diversi Comuni,
dopo un primo dissesto, si trovano nuovamente, e in alcuni casi
reiteratamente, nelle condizioni di partenza, se non peggiori”.
Cgil Sicilia e Cgil Ragusa rilevano che su 74 enti locali che hanno
deliberato in Sicilia il dissesto finanziario, oltre il 54%, ovvero 40
enti, non è riuscito ad approvare in Consiglio Comunale l’Ipotesi di
Bilancio Stabilmente Riequilibrato, sintomo della manifesta difficoltà
di riportare l’ente in bonis nel periodo quinquennale, così come
previsto nel tuel”.
I comuni in queste condizioni, rileva la Cgil, “hanno difficoltà a
erogare servizi essenziali per i cittadini e a erogare gli stipendi. Si
bloccano inoltre la revisione delle piante organiche e le
stabilizzazioni di lavoratori. Le ricadute negative si hanno anche su
imprese che erogano servizi, come le cooperative sociali, che non
riescono a pagare il personale”.
Si tratta dunque di “un problema dalle molteplici implicazioni”,
sostengono Mannino e Roccuzzo , che sollecitano ai parlamentari una
risposta “affinché il tema della crisi finanziaria dei Comuni trovi
finalmente una soluzione concreta, sostenibile e duratura”.
2025 dac

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