CATANIA - TRANS PRIDE CONTRO DIRITTI NEGATI

di Viviana Sammito
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Una Marcia tra Rabbia e Resistenza quella del trans pride a catania, che si è tenuta lo scorso weekend. Descritta come “potente e intensa” , un mix di euforia collettiva e rabbia che si trasforma in volontà di resistere. Dal camion, gli interventi hanno rotto il “silenzio a cui la società tenta di relegare le persone trans” , offrendo spunti di riflessione ai passanti lungo Via Etnea.
L’attivista queer Daniela Falanga ha puntato il dito contro il sistema politico, accusandolo di colpire le fasce più vulnerabili:

“Se la prendono con le persone trans bambine e fanno qualcosa di vergognoso: mettere in dubbio la capacità genitoriale delle famiglie che fanno l’impossibile per crescere persone felici e libere”.

Momenti di profonda emozione sono arrivati con la testimonianza di Egon Botteghi, che ha portato in strada la memoria della violenza passata: “Trans, famiglia e felicità erano tre parole che insieme non si potevano dire. Io sono un uomo trans, sono madre e sono felice grazie a lotte come questa”.
Luca Bruno di Open ha esortato i partecipanti e gli osservatori a non aver paura, ricordando che “le persone trans esistono, le incontrate ovunque, solo che spesso non lo dicono per paura”.

Lucia Murabito,
referente di GenderLens a Catania
ha concluso che la lotta non è solo per chi non c’è più, ma anche per “tutte le piccole persone che hanno il diritto di vivere, di crescere e di essere felici”.

La tre giorni ha incluso anche due momenti di confronto e cultura: Il Comitato Catania Pride, che ringrazia tutti i partecipanti , ha ribadito che la lotta continua “nelle scuole, nelle case, nei luoghi di lavoro, nellepiazze” , in linea con il manifesto politico di quest’anno che recita “POLPO MONDO, perché nostra matria è il mondo intero”.

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