PIAZZA ARMERINA - ABUSI, REPLICA IL LEGALE DELLA DIOCESI

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Nell’ennese continua il botta e risposta tra il movimento “Non accetto prediche da chi copre un abuso” e l’avv. Gabriele Cantaro, rappresentante legale della diocesi di Piazza Armerina retta dal vescovo Mons. Rosario Gisana, accusato dal movimento di avere protetto don Giuseppe Rugolo, condannato per abusi sessuali su minori, con riferimento specifico alla vittima Antonio Messina. Dopo il nuovo attacco del movimento, l’avvocato Cantaro, fermo restando che “il rispetto del diritto a manifestare è fuori discussione”, precisa che “riprendere i manifestanti col telefonino costituisce un legittimo esercizio (previsto dal codice di procedura penale) delle facoltà di indagine difensiva concesse all’avvocato, che può raccogliere, in via preventiva, elementi di prova di eventuali reati in danno di un proprio assistito nel caso in cui si instauri un procedimento penale”. Quanto all’alzarsi ed uscire “silenziosamente “ma in maniera plateale dopo che il celebrante esce dando inizio alla funzione, costituisce turbativa penalmente rilevante e sanzionata dal codice penale, perchè distoglie i fedeli dal proprio raccoglimento, ed è quanto avvenuto negli episodi richiamati dal comitato. “La pretesa che una trentina di persone rappresentino la comunità dei fedeli ennesi, – prosegue il legale – non regge il confronto con tutti i fedeli che gremivano venerdì la Chiesa di Santa Lucia e che attorno al Vescovo si sono stretti e lo hanno sostenuto. Quanto al fatto che, in modo ambiguo, si continui ad usare il termine “favoritore” attribuito all’operato del Vescovo, l’avv. Cantaro chiarisce che “Mons. Rosario Gisana non è stato mai accusato di favoreggiamento, ma la Curia Vescovile è stata chiamata in causa come responsabile civile per rispondere in solido con l’imputato delle richieste di risarcimento danni. Il Tribunale di Enna – aggiunge – ha giudicato “tardivo” il provvedimento di allontanamento del sacerdote Giuseppe Rugolo, ma tale argomentazione è oggetto di impugnazione ed in tale sede se ne discuterà. Infine, per quanto riguarda la presunta “inazione” del Vescovo, per ragioni di segreto professionale, non è possibile al momento in alcun modo riferire perchè c’è un procedimento in corso in sede canonica.

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