45 anni e nessuna verità. Il 27 giugno 1980 partiva da Bologna, dall’aeroporto Guglielmo Marconi, il volo Itavia 870 per Palermo, con a bordo 81 persone, tra cui due bambini che avevano meno di due anni. L’arrivo è programmato per le 21.15, ma poco prima delle 21 del DC 9 si perdono le tracce radar. Mentre si piange per le vittime della strage di Ustica, si alza un muro contro il quale si infrangerà ogni tentativo di scoprire cosa sia realmente accaduto e nel 1988 viene fondata l’Associazione dei parenti della vittime perché, ricorda la presidente e cofondatrice Daria Bonfietti, il cui fratello Alberto morì nel disastro, “appariva sempre più chiaro che coloro che lottavano contro la verità esistevano, erano esistiti fin dagli istanti successivi il disastro e operavano a vari livelli, nelle nostre istituzioni democratiche”. Oggi, nel giorno dell’anniversario, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parla di “un segno doloroso e profondo che non potrà mai essere cancellato, una tragedia tra le più oscure e laceranti che hanno colpito il nostro Paese”. Poi sollecita la collaborazione di tutti coloro che, anche tra i Paesi amici, possono aiutarci a rispondere al bisogno di giustizia. “La strage di Ustica, 45 anni dopo, resta una ferita aperta. Rinnovo ai familiari delle vittime la mia vicinanza. Accertare la piena verità deve essere un obiettivo da perseguire con costanza e determinazione”. Così il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana. Ignazio La Russa, presidente del Senato, invece, dice: “È nostro dovere impegnarci affinché la memoria di questa strage non si affievolisca e la verità non sia più ostacolata da silenzi, reticenze e complicità”.
STRAGE DI USTICA - 45 ANNI DOPO ANCORA NESSUNA VERITA’
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