Farsi trovare preparati quando cade la cenere in seguito alle eruzioni perché non si tratta più di emergenza ma di un fatto che si ripete spesso: lo ha detto il sindaco della città metropolitana Enrico Trantino rivolgendosi a tutti i sindaci dei comuni Etnei, sindaci convocati ieri pomeriggio nella sede della città metropolitana.
La soluzione che è stata prospettata è, quindi, quella di ripulire le strade comunali, i tombini e le grondaie degli edifici pubblici dalla cenere vulcanica con un congruo numero di mezzi – spazzatrici con soffioni, aspiratori a risucchio, bobcat con spazzoloni, camion con cestello -, acquistati, con fondi regionali, dalla Città metropolitana e messi di volta in volta a disposizione dei Comuni che ne hanno bisogno: con attrezzature non più prese in affitto – come è stato fatto sino ad adesso – i sindaci potranno risparmiare milioni di euro e non attingere più ai fondi fuori bilancio. A gestire i mezzi la stessa città metropolitana o la SCmc , la nuova pubbliservizi
Occorre dunque abbandonare la logica dell’emergenza per adottare quella di una strategia globale
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In attesa di capire come la regione e lo Stato potranno aiutare nella realizzazione di questo progetto, i sindaci dei comuni etnei, da parte loro, hanno invocato “lo stato di emergenza” per affrontare i problemi immediati derivanti dalla cenere vulcanica (che ha notevoli costi di raccolta e stoccaggio) ed hanno proposto anche per ragioni di salute pubblica (a causa della presenza nell’aria di polveri irritanti per l’apparato respiratorio) la costituzione di un fondo permanente “emergenza cenere” al quale attingere a rotazione con immediatezza in caso di necessità.