Le associazioni confindsutria Radio Televisioni-TV locali, Aeranticorallo e Alpi scendono in campo con una dura nota contro l’emendamento governativo alla legge di bilancio che taglia di 20 milioni di euro all’anno per il triennio 2026-2028 le risorse destinate all’emittenza radiofonica e televisiva locale.
“Scelta gravissima, a rischio pluralismo e occupazione” si legge nella nota stampa delle associazioni. La relazione tecnica chiarisce che l’incremento complessivo del Fondo per il pluralismo è ottenuto a vantaggio esclusivo del comparto della carta stampata, mentre le emittenti locali subiscono un taglio strutturale, in un momento già segnato da forti difficoltà economiche e da una concorrenza impari con grandi operatori nazionali
e piattaforme globali.
Ancora più grave è la previsione che consente al Presidente del Consiglio dei ministri di rimodulare il riparto del Fondo con decreto, escludendo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, titolare delle competenze sul settore radiotelevisivo locale. Una scelta che introduce instabilità, incertezza e marginalizzazione istituzionale del comparto.
Il Mimit in una nota stampa diffusa ieri aveva espresso parare contrario all’emendamento, contrarietà – sottolinea il Mimit- è stata coerentemente ribadita anche in sede di riformulazione dell’emendamento, sul quale l’ufficio legislativo del dicastero ha prontamente espresso parere contrario.
Le associazioni di categoria scrivono «Siamo di fronte a una decisione che mette seriamente a rischio la sopravvivenza di centinaia di imprese, migliaia di posti di lavoro e il pluralismo dell’informazione nei territori»,
Il provvedimento appare inoltre in totale contraddizione con le dichiarazioni rese dal Ministro Adolfo Urso il 29 luglio 2025, quando aveva assicurato la continuità delle risorse per le emittenti locali anche nella prossima Legge di Bilancio.
Le Associazioni chiedono l’immediata modifica dell’emendamento, il ripristino delle risorse tagliate e il rispetto del ruolo del MIMIT, evidenziando che, in assenza di correttivi urgenti entro la scadenza fissata per oggi alle ore 18, le conseguenze per il sistema dell’informazione locale saranno irreversibili.
Antonio Marano presidente di Confindustria Radio Televisioni, esprime “il più profondo sconcerto
“Le emittenti locali non sono semplici esercizi commerciali, ma rappresentano il tessuto connettivo informativo delle nostre comunità: sono l’unica fonte di informazione che copre in modo capillare e costante gli eventi di stretta pertinenza territoriale, dalla cronaca cittadina ai consigli comunali, dalle problematiche ambientali locali alle iniziative culturali di quartiere – si spiega nella nota di Confindustria Tv -.
“Chiediamo con forza al Governo e al Parlamento di rivedere immediatamente questa scelta – ha concluso Marano -. Non si può chiedere all’informazione locale di essere l’ancora del pluralismo, la sentinella del territorio e la voce dei cittadini, per poi privarla sistematicamente degli strumenti minimi per mantenere vivo l’art.21 della Costituzione,
CRTV lancia “un appello a tutte le forze politiche affinché intervengano per tutelare un bene comune che non può essere sacrificato sull’altare di un risparmio irrisorio a fronte del danno democratico che ne deriverebbe”.