PONTE SULLO STRETTO - CIUCCI: “NESSUN DEFINANZIAMENTO”, “E’ SCIPPO”

di Viviana Sammito
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L’Amministratore Delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, cerca di gettare acqua sul fuoco dopo lo stop della Corte dei Conti alla delibera Cipess sul progetto definitivo. “Non c’è alcun definanziamento,” chiarisce Ciucci. “Si tratta di un dovuto adeguamento temporale della copertura finanziaria al nuovo cronoprogramma. Il valore complessivo delle somme autorizzate resta inalterato a 13,5 miliardi di euro.”

Secondo il Ministero guidato da Matteo Salvini, lo slittamento di alcuni stanziamenti (circa 780 milioni) verso il 2033 non è una rinuncia, ma una necessità amministrativa per far coincidere i flussi di cassa con l’effettiva apertura dei cantieri. Di parere opposto sono le forze di minoranza, che vedono nella manovra del Ministro Giorgetti una sonora bocciatura per il collega Salvini. La senatrice Barbara Floridia parla apertamente di “fine della telenovela”. Secondo Floridia, lo spostamento dei fondi al 2033 ammette implicitamente che i rilievi della Corte dei Conti sono insormontabili. Nuccio Di Paola (coordinatore M5S in Sicilia) rincara la dose, chiedendo la restituzione immediata di 1,3 miliardi di fondi FSC: “Roma ci restituisca i soldi scippati ai siciliani per destinarli a strade, scuole e ospedali.” Nuovo PSI: Luigi Incarnato è tranchant: “Il Ponte non esiste più. Salvini aveva promesso i cantieri a ottobre, ma Giorgetti lo ha sconfessato. È una sconfitta politica totale.”Il fronte sindacale è in rivolta. La Cgil Sicilia, con Alfio Mannino e Francesco Lucchesi, definisce l’operazione una “farsa”: “L’85% di questi 3,5 miliardi rimodulati finirà ad aziende del Nord. È uno scippo continuo e il silenzio del Presidente Schifani è complice e sconcertante.” A difendere l’operato del governo regionale è l’assessore alle Infrastrutture Alessandro Aricò, che replica duramente alle critiche interne (in particolare a Cateno De Luca): “Il cofinanziamento regionale è legge dello Stato. Il Ponte è il tassello di un mosaico che comprende l’alta velocità e l’ammodernamento stradale. Chi si oppone butta solo la questione in caciara.”n questo clima di incertezza, l’unica certezza sembra essere la battaglia parlamentare che attende la Manovra nelle prossime due settimane. Se per il Governo il Ponte resta una priorità “solo rimandata”, per i critici l’opera sta affondando sotto il peso della burocrazia e dei conti pubblici.

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