il contrasto alle corse clandestine di cavalli richiede un impegno coordinato e una visione strategica che vada oltre la mera repressione: è necessario agire sulla prevenzione, rafforzare gli strumenti investigativi, inasprire le pene, colpire le infrastrutture criminali, e soprattutto investire nella riqualificazione sociale e culturale dei territori per smantellare le radici profonde di un fenomeno che lede non solo la legalità ma anche l’etica e il benessere degli animali.
È quanto si legge nella relazione finale sul filone d’inchiesta intitolato “Le zoomafie e le corse clandestine di cavalli: analisi, contrasto e proposte di intervento per la tutela del benessere animale e della legalità”, esito di un’analisi della situazione esistente attraverso audizioni, missioni in loco e acquisizione di documentazione voluta dalla commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari.
oggi il suo presidente, l’on. Jacopo Morrone, ha presentato per la prima volta la relazione in prefettura a Catania. Proprio la provincia di Catania risulta tra le più soggette al fenomeno criminalità delle corse clandestine ed è la provincia dove si consuma più carne equina: l’usanza dell’arrusti e mangia di carne di cavallo è dunque collegata alle gestione criminale delle stalle e delle corse clandestine.
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Tanti i sopralluoghi fatti in varie stalle catanesi, tra San Cristoforo, Librino e via Palermo. Ecco perché serve anche costruire una banca dati
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PRES. COMM. PARLAM. INCHIESTA SU ILLECITI AMBIENTALI E AGROALIMENTARI
JACOPO MORRONE