Aumento notevole delle tariffe e un servizio di qualità insufficiente.
È quello che teme Federconsumatori Sicilia in relazione alla gestione del servizio idrico per la provincia di Catania.
Federconsumatori ha inviato una segnalazione all’Antitrust, all’anticorruziobe e all’ARERA affinché venga fatta chiarezza sul lunghissimo percorso che ha portato l’ATI Catania e Servizi Idrici Etnei (SIE) a sottoscrivere la cosiddetta “Convenzione aggiornata”, tramite la quale il Servizio Idrico Integrato di Catania e provincia è stato nuovamente assegnato alla SIE, nel luglio 2024, per 29 anni.
Una vicenda che risale a Circa 20 anni fa quando il Consorzio ATO 2 di Catania affidò la gestione del Servizio Idrico Integrato (SII) della provincia a una società mista pubblico-privata, la Servizi Idrici Etnei (SIE) S.p.A., con una gara a “doppio oggetto” per scegliere il socio privato e affidare il servizio. La gara fu vinta da Acoset – che guidava un raggruppamento di imprese – nel 2005 e divenne socio privato al 49%. Il 24 dicembre 2005 fu firmata una convenzione trentennale del valore tra 250 e 850 milioni di euro. Tuttavia, ricorda Federconsumatori Sicilia, ricorsi e sentenze ne hanno compromesso l’efficacia. Inoltre, anche l’aggiornamento del Piano d’Ambito del 2020, sottolinea sempre Federconsumatori, è stato annullato nel 2022 dal CGA, impedendo la stipula di nuove convenzioni.
Nonostante questi problemi, nel luglio 2024 è stata firmata una nuova convenzione tra ATI Catania e SIE, per un valore dei lavori aumentato fino a 2,23 miliardi di euro. Il TAR di Catania, dopo un ricorso presentato dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance), ha già annullato una parte, rilevando violazioni della concorrenza e assenza dei presupposti legittimanti.
“Questo modello di gestione è risultato problematico sin dalla sua nascita – spiega il presidente di Federconsumatori Sicilia Alfio La Rosa – e ci chiediamo per quale motivo ATI Catania stia continuando a percorrere una strada che, da oltre vent’anni, non porta da nessuna parte.