Fino a ieri l’istituto di ricerca svimez parlava fino a ieri di una crescita dell’Isola più veloce che nel resto d’Italia. In realtà – secondo l’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia non è così: c’è un “bug”, cioè un errore di codice, spiega Unioncamere Sicilia, che interferisce con la crescita e che è nascosto nel commercio e nei consumi. E’ stato segnalato che, mentre il Pil dell’Isola continua a crescere più velocemente del resto d’Italia (+1,3% nel 2023 e +1,9% nel 2024), i consumi delle famiglie sono fermi o in calo. La conseguenza delle minori vendite indebolisce la tenuta dell’intero settore commerciale regionale. Il 2024 si chiude con una brusca frenata dell’export della Sicilia, che nel terzo trimestre ha perso 800 milioni di fatturato facendo abbassare il bilancio dei nove mesi di vendite all’estero. La perdita di quote di mercato estero ha colpito quasi tutti i settori. “Questo trend – ha commentato Giuseppe Pace, presidente di Unioncamere Sicilia – conferma l’attualità del messaggio dell’ex premier Mario Draghi, che nel Documento europeo sulla competitività esorta a ridimensionare l’attuale modello economico basato prevalentemente sulle esportazioni spinte e a riportare l’attenzione sul sostegno ai consumi interni favorendo la nascita di nuove produzioni locali, l’aumento dell’occupazione e il rinnovo dei contratti di lavoro per irrobustire i salari e incrementare il potere d’acquisto delle famiglie. Il presidente di Unioncamere Sicilia, quindi, lancia un appello “a tutti consumatori siciliani affinché prendano consapevolezza delle migliorate condizioni generali, ritrovino fiducia e coraggio e, a partire dalle imminenti festività, sostengano la ripartenza degli acquisti privilegiando prodotti siciliani e le attviità di prossimià, qurlli dei piccoli imprenditori
CONSUMI - FRENA L’EXPORT, “FAVORIRE MADE IN SICILY”
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