AEROPORTO DI COMISO - “IMPRENDITORI PRONTI A FARE LA PROPRIA PARTE”

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Il futuro dell’aeroporto Pio La Torre di Comiso sembra preoccupare tutti: classe politica, imprenditori e associazioni. Tutti, tranne chi può salvarlo veramente. Il deputato regionale di Sud chiama Nord Giuseppe Lombardo ha scritto al presidente della IV Commissione all’ARS, Giuseppe Carta, chiedendogli di fare piena luce sulle responsabilità gestionali che hanno condotto allo stato attuale dello scalo e per valutare interventi immediati per il salvataggio e il rilancio di un’infrastruttura strategica per la Sicilia sud-orientale. “Nonostante gli ingenti investimenti pubblici – 9 milioni di euro per l’incremento dei voli, 24 per la continuità territoriale e 47 milioni di fondi FSC per l’area cargo – l’aeroporto versa in una condizione di abbandono, con meno di cinque voli, arrivando, in alcune giornate, all’assenza totale di collegamenti aerei” scrive Lombardo. “Oltre cento lavoratori esprimono forte preoccupazione per il proprio futuro occupazionale – continua – E gli imprenditori che avevano investito su di esso si trovano costretti a rivedere le proprie prospettive di crescita”. Lombardo ha chiesto formalmente la convocazione di una audizione urgente dell’Assessore Regionale delle Infrastrutture Alessandro Aricò; del Dirigente Generale del Dipartimento Mobilità e Trasporti Salvatore Lizzio, della Presidente della SAC, Giovanna Candura, del Commissario straordinario della Camera di Commercio Sud-Est, Antonio Belcuore e della Presidente della provincia di Ragusa Maria Rita Schembari. Allarmati sono anche Bianca Panepinto, presidente di Sicilia Costa Iblea, e Daniele La Rosa, presidente di Antica Ibla, a seguito dell’incontro dell’Osservatorio Turistico svoltosi alla Provincia. Per loro la prima cosa da fare è predisporre un piano industriale triennale, serio e credibile, per lo scalo, per recuperare fiducia di operatori turistici e vettori aerei. “No a ritorni improvvisati di compagnie che in passato hanno causato solo disservizi – dicono – Se necessario, meglio un breve stop operativo piuttosto che la prosecuzione di una gestione disordinata e fallimentare. Guardiamo con fiducia all’avvio della continuità territoriale verso Milano e Roma e abbiamo proposto una revisione urgente della gestione delle risorse del Libero Consorzio: non più una rigida ripartizione del milione di euro annuo, ma un investimento da scalare negli anni e reintegrabile con eventuali variazioni di bilancio. Anche noi imprenditori – aggiungono – siamo pronti a fare la nostra parte, costruendo una governance solida e professionale. Iniziamo ora a programmare la stagione 2026. La situazione è complessa, ma non possiamo più accontentarci di fare da ruota di scorta all’aeroporto di Catania”.

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