ISTAT - IN ITALIA CRESCE IL DIVARIO SALARIALE

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Nel panorama del mercato del lavoro italiano, le disparità retributive continuano a segnare un divario in netta crescita. Nel 2022, stando ai dati forniti dall’Istat, l’Italia ha visto ampliarsi le disuguaglianze retributive, con una spaccatura che separa uomini e donne, giovani e meno giovani, lavoratori con contratti temporanei e quelli con contratti a tempo indeterminato. La parità salariale tra uomini e donne è ancora un obiettivo lontano. Nel 2022, la retribuzione media oraria tra le donne si è fermata a 15,9 euro, tra gli uomini a 16,8 euro. Le donne continuano a essere concentrate in settori con retribuzioni più basse, dall’istruzione all’assistenza sociale, passando per il settore sanitario, dove anche ai vertici aziendali la presenza maschile resta predominante. Solo nel comparto pubblico, il differenziale scende al 5,2%, con le donne che, in molti casi, raggiungono retribuzioni orarie più alte rispetto alle colleghe del privato. Ma tra le professioni altamente specializzate, la situazione è meno rosea. Tra i dirigenti, per esempio, le donne guadagnano circa 15 euro in meno ogni ora. E poi c’è il fattore anagrafico. La retribuzione oraria media degli under 30 è inferiore del 36,4% rispetto a quella degli over 50. I giovani non solo guadagnano meno, ma hanno anche maggiori difficoltà a entrare nel mercato del lavoro in modo stabile. Contratti a tempo determinato, stage non retribuiti e lavori sottopagati sono all’ordine del giorno. Un altro dato che emerge dal report dell’Istat è quello che riguarda il tipo di contratto. I lavoratori con un tempo determinato guadagnano mediamente il 24,6% in meno rispetto a quelli a tempo indeterminato e le più penalizzate, anche in questo caso, sono le donne.

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