Maurizio Landini affonda il Governo da Palermo: “Racconta balle, drena risorse e attenta alla Giustizia”. Si sono chiuse le tre tappe chiave che porteranno allo sciopero generale del 12 dicembre. Il segretario della Cgil ha visitato l’Ospedale Civico di Palermo (Sala Multimediale in Piazza Leotta), dove si è tenuta un’assemblea con i lavoratori, all’Aeroporto e nel cantiere Ri.Med Research Center a Carini, dove si è tenuta un’assemblea con i lavoratori. Landini critica aspramente la proposta di riforma della giustizia, vedendola come un tentativo della politica di “mettere le mani anche sull’autonomia e l’indipendenza della magistratura.” Il leader sindacale evidenzia, inoltre, le criticità del settore, focalizzando l’attenzione sullo sciopero imminente dei 12 mila precari del comparto che, se licenziati a giugno, aggraveranno il funzionamento dei tribunali. Riguardo la separazione delle carriere, Landini si dichiara scettico: “Sinceramente non riesco a capire a cosa serve intervenire sulla separazione delle carriere rispetto alla giustizia che non funziona”. Il segretario cita come esempio la Riforma Fornero, che il Governo aveva promesso di cancellare e che, invece, starebbe peggiorando. “Solo per questo dovrebbero dargli un premio, perché per riuscire a peggiorarla ce ne vuole,” chiosa sarcastico. Sottolinea come i cittadini che faticano ad arrivare a fine mese stiano notando le “bugie raccontate” e lamenta la chiusura del Governo verso ogni ruolo di negoziazione dei sindacati.
Ferma opposizione anche sul progetto del Ponte sullo Stretto, definito “un’operazione inutile e sbagliata.”
Infine, il segretario della Cgil denuncia che l’azione del Governo stia “favorendo il lavoro nero” non combattendo “la logica dei subappalti e delle finte cooperative.” Landini conclude il suo intervento sottolineando che il crescente dissenso e l’alta astensione al voto sono la prova che il Governo “sta raccontando delle balle, sta dipingendo un Paese che non c’è,” e che le persone oneste che tengono in piedi l’Italia sono quelle meno ascoltate.