Tanto dolore e disperazione oggi a Misterbianco per l’ultimo saluto alla piccola Maria Rosa, la neonata di 7 mesi che lo scorso 30 aprile è morta dopo essere stata lanciata dalla madre dal terrazzo dell’abitazione di famiglia.
I funerali si sono svolti presso la Chiesa Santa Maria della Grazie, chiesa madre, gremita di parenti, amici e semplici cittadini di Misterbianco che hanno voluto partecipare per stare vicino al papà della piccola. A partecipare anche l’amministrazione comunale.
Importanti le parole del parroco della chiesa, don Antonino Vitanza, che nell’omelia ha detto: “Silenzio e preghiera: sono le due cose che servono in questo momento. Il messaggio per tutti gli adulti è che forse proprio gli adulti non sanno comprendere il cuore di un bambino e spesso non si sa più diventare come loro: dobbiamo imparare ad avere un cuore come un bambino per parlare con Dio. E forse la preghiera può aiutarci ma ciò si comprende solo in momenti come questi.
È necessario affidarci alle mani di Dio, padre misericordioso, che già ha abbracciato Maria Rosa dal primo momento”.
Poi il parroco ha aggiunto: “se i grandi non sanno amarsi non impareranno mai ad amare i piccoli. Imparare ad amare”, ha ribadito don Vitanza
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PARROCO CHIESA SANTA MARIA DELLE GRAZIE
DON ANTONINO VITANZA
Durante la messa hanno preso la parola alcuni parenti a partire dalla zia paterna che ha letto una lettera a nome del padre: “quel poco tempo che il buon Dio ti ha concesso io, tuo fratello e la nonna ti abbiamo amato più delle nostre stesse vite. Abbiamo visto una rosellina quando sei nata, i tuoi occhi verdi così profondi. Hai conosciuto l’amore del tuo fratellino, un amore tenero: ci avete emozionato con la vostra dolcezza”. Nella lettera letta dalla zia, il padre non ha nascosto la rabbia verso la compagna che con la sua malattia non è stata in grado di amare i propri figli. A fare da madri la nonna e la zia. E il fratellino che ha cercato di colmare l’amore. La lettera si è conclusa con il saluto del “fratellino, del papino e delle mamme Sara e Agata”, facendo riferimento alla zia e alla nonna che si sono prese cura dei bambini. “Ti chiediamo perdono perché non abbiamo saputo difenderti”.
Al termine della messa un lungo applauso ha accolto la piccola bara bianca e sono stati fatti volare tanti palloncini bianchi
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VICESINDACO MISTERBIANCO
SANTO TIRENDI