VIOLENZE NELLE CARCERI - “NECESSARI STRUMENTI DEFLATTIVI”

di Viviana Sammito
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In Sicilia, come in Italia, ogni giorno nelle carceri si consumano violenze e suicidi. L’ultima aggressione risale a ieri nel carcere di ragusa dove due agenti di polizia penitenziaria (un sovrintendente e un assistente capo coordinatore) sono stati aggrediti da un detenuto extracomunitario che ha procurato loro parecchie lesioni al viso e alla testa. Il Consipe, la confederazione dei sindacati penitenziari, ha lanciato l’allarme per il numero esiguo di agenti: di notte prestano servizio solo 5 unità su 200 detenuti e con un flusso continuo h24 di ingresso di nuovi giunti. La sera il turno di servizio è costituto da 8 unita e si esprimono grandi preoccupazioni, per le ferie estive. Scende in campo anche la Cgil Sicilia dichiarando che il “Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria deve correre ai ripari, pianificando immediati interventi che assicurino condizioni per un maggiore ed efficace livello di sicurezza”. Il senatore Salvo Sallemi, componente della Commissione Giustizia, ha chiarito che “è una struttura che ha visitato più volte e che ha visto l’iter del rafforzamento del personale già instradato, grazie all’attenzione del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Un detenuto minorenne ha tentato invece di impiccarsi in cella al carcere Malaspina di Palermo ed è stato salvato dagli agenti della polizia penitenziaria”. Lo afferma Gioacchino Veneziano segretario regionale della Uilpa polizia penitenziaria Sicilia. Per Giovanni Villari, garante dei diritti dei detenuti a Siracusa, è necessario mettere in campo le pene deflattive, della libertà anticipata nei casi difine pena e di buina condotta

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