TAORMINA - NORDIO PARLA DI PM, MAFIA E CARCERI

di Viviana Sammito
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Il ministro alla giustizia, Carlo Nordio, in video collegamento al taobuk di taormina partecipando al tavolo sulla riforma della giustizia e separazione delle carriere, ha affrontato temi che, soprattutto in Sicilia, necessitano di soluzioni in tempi brevi. Ha parlato dell’organico amministrativo e giudiziario nelle procure e nei tribunali: Entro il 2026 sarà rimpolpato l’organico facendo i concorsi. C’è ne sono 4 già in piedi – ha chiarito il guardasigili – e due in fase di definizione. Il problema è che le procedure sono lunghe. I soldi li abbiamo, quando abbiamo solo ipotizzato un concorso straordinario per i giudici onorari ci sono state moltissime critiche inaspettate. Con questi concorsi prenderemo 400 magistrati”. “Alla Procura di Palermo mancano 12 magistrati e in quasi tutte le Procure ci sono carenze. L’organico dei magistrati in Italia è pari a 10.500 unità, che è insufficiente e che è stato stabilito quando il contenzioso civile e penale era diverso da quello di ora. Manca il 15 percento di magistrati”. E poi sulle separazioni delel acrriere ha riferito che esistono già, nell’ordinamento britannico, negli Usa, in Australia, e in altri paesi del continente eruropep “Quando hanno saputo che qui in Italia, nei consigli giudiziari, i pm danno i voti ai giudici, sono rimasti senza parole – ha aggiunto Nordio – Questi interscambi negli ordinamenti anglosassoni è considerata una follia”. e sulla mafia ha ammesso che le intecettazioni non servono a nulla perchè è chiaro che un mafioso non parla al telefonino ed oggi la mafia ha sistemi di comunicazione ultramoderni che noi non siamo in grado di intercettare perchèspendiamo una marea di soldi nelle intercettazioni mentre avremmo dovuto destinare questi soldi per strumenti molto costosi per intercettare queste sofisticate strumentazioni di cui è dotata la mafia”. un altro tema spinoso è quello del sovraffollamento delle carceri, definito il risultato di una sedimentazione pluridecennale. Infatti non è di soluzione immediata”. Carlo Noprdio ha escludo l’indulto, che è una resa dello Stato, piuttosto penso a pene alternative, forme di espiazione della pena in comunità poiché i tossicodipendenti sono degli ammalati più che dei criminali. Inoltre visto che gli stranieri rappresentano la metà dei detenuti sarebbe opportuno far scontare la pena nei loro Paesi di origine, già avremmo risolto gran parte di questo problema”.

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