indire un bando per l’affitto del ramo d’azienda sanitario, a tutela degli assistiti e dei lavoratori e in continuità con la missione di ispirazione ecclesiale della Fondazione.
È la soluzione a cui sta lavorando il consiglio di amministrazione dell’Oda di Catania per permettere all’ente di proseguire le attività nell’interesse innanzitutto di chi usufruisce dei servizi considerando che si tratta di persone con disabilità e al contempo garantire un presente e un futuro ai lavoratori che non percepiscono lo stipendio da ben 7 mesi.
Una soluzione che verrà spiegata meglio in una conferenza stampa che si terrà giovedì voluta dall’arcivescovo di Catania e dal presidente della stessa Oda.
Ciò che si sa è che il bando prevede la definizione di una partnership nella gestione del ramo sanitario dell’ODA con un soggetto specializzato nella gestione di strutture sanitarie e dotato della necessaria solidità finanziaria, che permetta a tutti i dipendenti di percepire un regolare stipendio. Il ramo di attività sanitaria dell’ODA è oggi redditizio e anche molto ambito: questo fa presupporre che l’idea paventata possa avere successo.
La questione più critica, invece, è legata all’enorme debito accumulato negli ultimi decenni. Se in una prima fase commissariale l’Oda era in attivo, nel 2023 con il nuovo contratto collettivo nazionale del lavoro, il rinnovo ha riconosciuto un giusto aumento salariale di circa il 16%. Il nuovo contratto collettivo ha anche introdotto un riconoscimento retroattivo delle spettanze che ha determinato un costo aggiuntivo, rispetto al passato, di circa 6 milioni di euro a carico di ODA. Ciò ha creato delle criticità con Decreti ingiuntivi da parte dei lavoratori. Si è poi unito il Mancato adeguamento rette; il Mancato pagamento progetti rendicontati. Tutti elementi che hanno portato l’Oda verso una grave crisi.
CATANIA - ODA, DELINEATO IL POSSIBILE FUTURO
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