I palermitani, dopo più di 401 anni, si apprestano a celebrare la “Santuzza” verso la quale nutrono una grande fede, con la festa liturgica del 4 settembre e con uno degli appuntamenti più sentiti ed amati: l’Acchianata di Santa Rosalia.
Nella notte tra il 3 e il 4 settembre, i fedeli (e non solo) si recano a piedi fino al Santuario dedicato alla Santa Patrona della città posto in cima a Monte Pellegrino, nella grotta dove furono trovate, nel 1625, le ossa della fanciulla normanna e che portate in processione lungo le strade della città liberarono Palermo dalla peste. La strada di accesso alla grotta, è costituita da ripidi tornanti, chiamati “scale” dai palermitani. Il pellegrinaggio presenta tre tappe obbligate: la salita, la sosta notturna attorno al santuario e la partecipazione alle cerimonie religiose. L’Acchianata rappresenta, non soltanto un atto di venerazione nei confronti di Santa Rosalia, ma anche un momento di aggregazione, di festa.
L’Acchianata ha visto tra gli altri la presenza dell’arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice che nel suo discorso ha evidenziato come Il santuario di Santa Rosalia attesta la devozione del popolo di Dio e dei fedeli che vi accorrono da ogni parte per ritornare confermati nella vita cristiana e stimolati alle opere di carità.
Durante i secoli è rimasta intatta la tradizione per cui ogni anno il 4 di settembre i palermitani si recano in onore della stessa al Monte Pellegrino a circa quindici chilometri da Palermo, luogo dove si svolse la vita eremitica di «Santuzza».