La Corte di Appello di Palermo ha rigettato il reclamo presentato da un dipendente del Comune di Santa Ninfa (Trapani), legittimamente licenziato per il reato di peculato. Tutto è iniziato nel 2013 quando il Comune, a seguito di un controllo bancario, ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti di un proprio dipendente, impiegato come messo notificatore, accusandolo di aver sottratto, durante l’esercizio della propria funzione pubblica, la posta destinata al Segretario comunale e, di aver omesso atti che avrebbe dovuto compiere nell’espletamento delle proprie mansioni. Il dipendente, pertanto, fu sospeso dal servizio per sei mesi, e privato dello stipendio. Successivamente, nel 2015, la Procura della Repubblica di Sciacca chiese il rinvio a giudizio del dipendente per il reato di peculato: secondo l’accusa si sarebbe impropriamente appropriato della complessiva somma di oltre 64 mila euro spettante all’istituto bancario. Dopo la condanna in sede penale, il Comune lo ha licenziato ma lui si è opposto presentando ricorso dinnanzi al giudice del lavoro, che è stato rigettato. Quindi, si è opposto innanzi al Tribunale di Sciacca, ma anche questo, con sentenza del gennaio del 2024, ha rigettato tutto. Infine, ha proposto reclamo alla Corte d’Appello che ha confermato che il licenziamento disposto dal Comune di Santa Ninfa era legittimo.
SANTA NINFA - PECULATO, “LICENZIAMENTO LEGITTIMO”
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