C’è insoddisfazione da parte dei sindacati dopo la riunione di ieri al Mimit per conoscere il futuro della StMicroelectronics: se da un lato c’è la conferma degli investimenti su Catania per 2,6 miliardi di euro e per Agrate di 1,4 miliardi di euro, dall’altro c’è la delusione proprio dei sindacati per la conferma degli esuberi, anche se l’azienda nel corso del confronto di ieri al Mimit non ha parlato di esuberi ma di trasferimenti, pensionamenti e formazione.
Ma per i sindacati restano comunque esuberi che, conti alla mano, dicono saranno 1490 quelli ad Agrate e 260 a Catania.
Tutto ciò oltre le ipotizzate 400 unità che dovrebbero andare in pensione in questi 2 anni. Un piano da circa 2200 unità complessive in uscita.
Da parte di STM – come si legge in una nota – c’è il forte impegno a un dialogo costruttivo con le parti sociali e si ribadisce la scelta di gestire la fase di transizione tramite l’utilizzo di strumenti conservativi”.
Sindacati che comunque restano in allarme: la Uilm chiede il ritiro di tutti gli esuberi e che il governo abbia un ruolo di garante nel tavolo permanente che è stato richiesto per la salvaguardia dei livelli occupazionali e degli investimenti nei siti italiani.
Stessa richiesta avanzata anche dalle altre sigle sindacali con la FIOM Cgil che evidenzia come il piano industriale presentato non abbia nessuna novità ma solo la voglia di ridurre la base occupata in Italia, richiesta inaccettabile per il sindacato. Da qui la proposta di un nuovo piano industriale che traghetti la STM almeno al 2032.
Per la Fim-Cisl «l’azienda ha riproposto il piano presentato lo scorso 10 aprile e un forte ridimensionamento occupazionale e ciò non è soddisfacente.
l’UGL Metalmeccanici evidenza che il piano presentato da ST modifica solo le tempistiche ma non interviene né sul piano occupazionale né su quello strategico-produttivo.
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C’è da dire, però, che sono previste nuove assunzioni esterne: 243 in Sicilia e 188 in Lombardia. Ma questo – secondo l’Ugl metalmeccanici stride con gli esuberi
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