Dopo l’istituzione della quarta zona rossa a Palermo gli agenti di polizia del sindacato Coisp e il prefetto di Palermo Massimo Mariani. Una delegazione, composta dal segretario generale Sergio Salvia e dai segretari aggiunti Salvatore La Piana e Danilo Irrera, ha espresso la forte preoccupazione per la tutela dei poliziotti palermitani, chiamati ancora una volta “a far fronte in solitudine a situazioni critiche, che richiederebbero l’attenzione anche di altre Istituzioni”. “Da troppo tempo – dicono i sindacalisti – assistiamo alla prassi di scaricare l’onere della risoluzione delle problematiche esclusivamente sulle forze dell’ordine. L’istituzione di una nuova zona rossa, la quarta in pochi mesi, finirà inevitabilmente per aggravare una situazione già fortemente deficitaria, proprio a causa della ormai cronica carenza di personale”. Al prefetto è stato ribadito che la risposta al fenomeno della cosiddetta mala movida non può prescindere dall’intervento di altre istituzioni e la risposta non può essere la “militarizzazione” di intere zone della città.
Intanto in merito alle indagini sulla sparatoria in piazza Nascè dove è rimasta ferita una 33enne ci sarebbe la testimonianza di un’amica della vittima oltre ad una foto dell’auto in fuga che hanno consentito alla squadra mobile di palermo di fermare il 21enne Giuseppe Calì che adesso si trova in carcere. Calì ha cercato di giustificarsi. “Non volevo fare del male”, ha detto. Il colpo dal fucile da caccia del 1800, mai registrato, sarebbe partito per errore.
La procura ha chiesto al gip la convalida del fermo, il 21enne è indagato anche per lesioni, omissione di soccorso e sparo in luogo pubblico. Dopo avere sparato ha nascosto il fucile sottoterra in un terreno nella zona di via Castellana. E’ stato lui stesso a indicare ai poliziotti dove scavare.
PALERMO - QUARTA ZONA ROSSA, AGENTI INCONTRANO PREFETTO
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