PALERMO - RICCIARDO RINUNCIA ALL’INCARICO DA DIRIGENTE

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Alla fine ci ha pensato il diretto interessato a togliere tutti dall’imbarazzo, in primis il presidente della Regione Renato Schifani. Il dirigente Carmelo Ricciardo ha rinunciato al ruolo di direttore generale del Dipartimento dell’Istruzione. “Ringrazio per la fiducia – ha scritto – ma le condizioni contingenti non mi consentono di svolgere la funzione di dirigente generale per opportunità. Non accetto di essere al centro delle polemiche a causa della mia nomina che danneggiano l’azione del governo Schifani impegnato su grandi cose per la Sicilia. La mia considerazione verso l’Amministrazione regionale, che servo da tanti anni, e la fiducia che ho sempre avuto nella magistratura mi fanno fare un passo di lato. Intendo difendermi fino in fondo, precisando però che su sette capi di imputazione cinque sono stati già archiviati” ha concluso. «Prendo atto con rispetto della decisione di Carmelo Ricciardo di rinunciare all’incarico – ha commentato Schifani – È una scelta che dimostra senso di responsabilità e attenzione verso l’azione del governo regionale, impegnato a lavorare con determinazione per il bene della Sicilia. A Ricciardo va il mio apprezzamento per il servizio reso all’amministrazione regionale in tanti anni di lavoro e che continuerà a rendere nel suo ruolo di dirigente regionale. Ribadisco ancora una volta la mia fiducia nella magistratura affinché presto possa fare piena chiarezza». Carmelo Ricciardo è sotto processo per turbativa d’asta, a seguito di un’inchiesta per tangenti nei lavori di riqualificazione dei porti di Riposto, Lipari, Mazara e Sciacca. I fatti contestati a Ricciardi, che era uno dei 17 dirigenti regionali appena nominati dal governatore, risalgono al biennio dal 2018 al 2020. Immediata era stata la reazione dell’opposizione alla nomina di Ricciardi. Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, aveva detto: “Renato Schifani ormai è veramente una macchietta. Procede a una rotazione dei burocrati regionali in nome dell’anticorruzione e nomina un burocrate imputato per turbativa d’asta e corruzione”. Il referente regionale del M5S per la Sicilia, Nuccio Di Paola, invece, aveva dichiarato: “È vero che nessuno può essere considerato colpevole fino al terzo grado di giudizio, ma è anche vero che mettere ai più alti livelli dell’amministrazione regionale un uomo su cui penderebbero accuse tutt’altro che insignificanti è eticamente inopportuno ed equivarrebbe a mandare un pessimo segnale alla collettività”.

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