Era notte quando le campane, suonate a festa, annunciarono che le reliquie di Agata erano tornate nella propria patria a Catania.
Era il 17 agosto del 1126 e, grazie a 2 valorosi e devoti militari, Gisilberto e Goselmo, si mise fine a questo dolore provato dai catanesi privati del corpo di Agata che era stato portato a Costantinopoli. E lì stettero per 86 lunghi anni.
Da quel lontano 1126 di anni ne sono passati 898 ma la gioia per questa giornata rimane intatta negli anni. Come dimostra la tanta gente che oggi si è riversata in piazza Duomo ma soprattutto in Cattedrale per vivere la festa di Sant’Agata d’estate che celebra appunto il ritorno in patria delle reliquie.
Poco dopo le 8 di stamattina l’apertura del sacello e poi il busto è stato traslato sull’altare maggiore.
Durante la giornata varia messa fino alla solenne celebrazione eucaristica delle 19 per poi assistere alle 20:30 alla processione esterna che partendo da piazza Duomo, porta Uzeda, via Dusmet, via Porticello, piazza San Placido dove ci sarà l’omaggio delle persone con disabilità, via vittorio Emanuele e poi di nuovo in piazza Duomo.
Una festa quest’anno priva dell’arcivescovo di Catania che, a causa dell’infarto che lo ha colpito nella notte tra sabato e domenica scorsi, si trova ancora ricoverato in ospedale da dove però ha seguito tutti i passaggi delle celebrazioni. A sostituire l’arcivescovo Renna è stato il Rev.mo Mons. Vincenzo Branchina, Vicario generale dell’Arcidiocesi di Catania.
L’arcivescovo ha comunque voluto la distribuzione di una immaginetta con un chiaro messaggio
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