MARE JONIO - SANZIONI, LA VERSIONE DI PIANTEDOSI

di autore
217 visite

Ha fatto riferimento anche all’episodio riferito dalla ong Mediterranea saving humans che ha portato al fermo e ad una sanzione amministrativa per la nave umanitaria Mare Jonio, il ministro dell’Interno, Matteo PIantedosi, rispondendo oggi al question time al Senato e riportando una versione totalmente diversa rispetto a quella fino ad oggi nota. “Un gommone della nave Mare Jonio lo scorso 4 aprile in acque internazionali “si è avvicinato alla motovedetta libica Fezzan’ dopo che quest’ultima aveva già assolto agli obblighi di salvataggio in mare. Le persone sul gommone hanno incitato i migranti a lanciarsi in mare per interrompere le operazioni di salvataggio dell’unità libica, mettendo a repentaglio l’incolumità delle persone stesse, tanto che diversi migranti si sono gettati in acqua per poi essere nuovamente soccorsi, in parte dalla motovedetta libica e in parte dallo stesso gommone, che li ha poi trasbordati sulla Mare Jonio. E’ in questa fase che risulterebbe che siano stati esplosi alcuni colpi di avvertimento in aria, affinché le due imbarcazioni private si allontanassero, così da poter riprendere le operazioni di salvataggio. “La Mare Jonio – ha aggiunto Piantedosi – non era stata incaricata dalle autorità competenti ad effettuare operazioni di soccorso e tale condotta ha determinato l’applicazione delle sanzioni”. Il ministro ha poi parlato dell’impegno del governo per rendere più efficaci le procedure di allontanamento e per migliorare la rete dei Centri per i rimpatri”, ricordando che è “l’Unione Europea che impone la realizzazione dei Cpr al fine di garantire l’effettiva esecuzione dei provvedimenti di espulsione”. “E’ in via di definizione un piano straordinario per l’individuazione di aree da destinare a tali strutture e si stanno ristrutturando i Cpr già attivi sul territorio nazionale” ha reso noto, aggiungendo che “queste strutture consentono di trattenere soggetti per i quali la libera circolazione sul territorio, nelle more del rimpatrio, rappresenterebbe un rischio concreto”. Piantedosi è passato poi ai numeri. “Nel 2023 sono stati eseguiti 77 provvedimenti di espulsione per motivi di sicurezza nazionale per rischio radicalizzazione o estremismo. Dall’inizio di quest’anno sono poi state eseguite 27 espulsioni per gli stessi motivi. Sempre lo scorso anno, dei 4.743 cittadini stranieri rimpatriati, 3.134 sono transitati da un Cpr, ossia il 66%. Al 7 aprile di quest’anno circa il 60% dei rimpatriati sono transitati da un Cpr”.

Potrebbe interessarti anche:

©2022 Video Mediterraneo – Powered by Rubidia. Tutti i diritti riservati | R.V.M. Srl – S.S. 115 Km 339,500 – Modica (RG) | P.Iva 00857190888.