SIRACUSA - SCIOPERO DELLA FAME DEI DETENUTI

di Viviana Sammito
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In una lettera scritta a mano ed a stampatello in un foglio a quadri sono contenute le rivendicazioni dei 700 detenuti del blocco 20-30-25-50 del carcere cavadonna di siracusa e con la quale hanno informato l’amministrazione penitenziaria di rifiutare il carrello vitto. Il motivo è la condizione degradante delle carceri. E’ stato anche stabilito il calendario della protesta per ciascun area interna: “Blocco 20” ha scioperaro ieri , 20 maggio, “Blocco 25” per il 21 maggio “Blocco 50” per il 22 maggio “Blocco 30” per il 23 maggio. Le sezioni sia del circuito di alta sicurezza che di media sicurezza parteciperanno a turno all’iniziativa interna. Le carceri, lontane dall’essere centri di riabilitazione e reintegrazione sociale, continuano a violare i principi fondamentali della Costituzione e a offendere la dignità umana dei detenuti. Questo clima negativo è principalmente causato dal sovraffollamento, dalla mancanza di personale e dall’inefficienza dei servizi sanitari all’interno delle strutture carcerarie. La Conferenza nazionale dei Garanti territoriali ha preso atto dell’indifferenza della politica rispetto al crescente stato di sofferenza dei detenuti e al peggioramento delle condizioni di vivibilità nelle carceri italiane. I detenuti chiedono: una rapida discussione parlamentare e l’approvazione di provvedimenti facilmente applicabili. Tra questi la modifica della liberazione anticipata speciale per consentire ai detenuti con pene inferiori ai tre anni di accedere a misure alternative, considerando che attualmente 5.080 detenuti devono scontare meno di 8 mesi di carcere. Per migliorare,poi, le condizioni dei detenuti che trascorrono molte ore in cella, sono necessarie attività trattamentali varie, inclusi progetti di inclusione sociale e lavorativa, attività culturali, ricreative e relazionali. Si richiede un aumento delle telefonate e videochiamate, e più giorni di permesso premio per i detenuti. i detenuti hanno rilevato che “La partecipazione delle diverse sezioni del carcere mostra un’importante coesione tra i detenuti, che insieme cercano di far sentire la propria voce e di ottenere un impatto positivo sulle loro condizioni di detenzione. Questo atto di solidarietà e determinazione può portare a una maggiore consapevolezza e a un dialogo costruttivo tra le autorità e i detenuti per lavorare insieme verso un sistema penitenziario più giusto e umano”.

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