GIORNATA PREMATURITA' - STORIA A LIETO FINE DEL PICCOLO LORENZ

di Viviana Sammito
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Edifici con la facciata colorata con i led viola per ricordare i bimbi nati prematuri: ieri è stata celebrata Giornata Mondiale della Prematurità 2024 ed è stata l’occasione per conoscere, informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla prematurità che coinvolge un elevato numero di bambini e che ha, inevitabilmente, un forte impatto sulla vita di numerose famiglie. “Ogni anno oltre 13 milioni di bambini nascono prematuri – secondo i dati illustrati dalla dottoressa Eloisa Gitto, responsabile dell’UOC di Patologia e TIN, terapia intensiva neonatale. Accesso a cure di qualità ovunque! Questo il claim della campagna promossa dalla Società Italiana di Neonatologia. “Dietro ogni bambino prematuro – ha sottolineato la Prof.ssa Gitto – c’è una famiglia, ci sono una mamma e un papà che lottano. I prematuri sono bambini che nascono prima della 37ª settimana di gestazione e l’immaturità dei vari organi (polmoni, cervello, intestino, cuore) è tanto più grave, quanto più il parto avviene in anticipo. Una storia a lieto fine è arrivata ieri, nella stessa giornata della Prematurità dal policlinico martino di messina: Una giovane mamma di 24 anni, azzurra schepis, che, dopo essere andata incontro a una rottura prematura delle membrane a 24 settimane, grazie al supporto del personale dell’UOC di Ginecologia e Ostetricia dell’AOU G. Martino di Messina ha partorito a 30 settimane riuscendo a raggiungere un’età gestazionale più sicura per la nascita del piccolo, un miracolo chiamato Lorenz. Il bimbo è stato dimesso e ieri insieme a mamma e papà ha partecipato all’evento promosso al policlinico per la giornata dedicata ai neonati prematuri promosso dalla Società Italiana di Neonatologia. “Nel corso del ricovero – spiega il ginecologo che ha seguito la paziente, il Dott. Angelo Santamaria – abbiamo iniziato un ciclo di antibiotici e di trattamenti specifici per frenare un parto che, in quell’epoca gestazionale, si sarebbe classificato come aborto. “Non smetterò mai – ha dichuiarato la giovane mamma- di esprimere parole di gratitudine verso il personale che mi ha seguito in questi 64 giorni di ricovero e che in queste settimane ha aiutato il mio bimbo durante la permanenza in terapia intensiva neonatale. Sono tutti angeli che confortano, arricchiscono, proteggono e salvano vite – sottolinea Azzurra. Per me i volti degli operatori sono diventati familiari; ogni giorno c’è sempre stato qualcuno che ha saputo donarmi una parola di conforto e di incoraggiamento quando più ne avevo bisogno. È stata un’esperienza emozionante e queste premure mi hanno aiutato a stemperare la tensione. A chi si ritrova a vivere una situazione complessa consiglio di affidarsi totalmente ai medici. Abbiate fiducia e cercate di pensare positivo”.

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