In Italia circa 6 milioni e 400mila donne dai 16 ai 75 anni hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita. E il 12,6% subisce le violenze all’interno della coppia.
Sono i dati che emergono nel rapporto ‘La violenza contro le donne, dentro e fuori la famiglia’ voluto dall’Istat.
Dati che oggi – in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
più che mai ci fanno capire come sia necessario intervenire.
E che non solo occorre tutelare le donne ma anche intraprendere – per gli uomini autori di violenza – un percorso psicoeducativo, come fa il centro C.U.A.V. con il servizio “Il Primo Passo”. Tra Catania e Siracusa sono 106 le richieste arrivate al centro nel 2025. A loro si aggiungono anche tutti gli “ammoniti” che vengono contattati su mandato delle Questure di Catania e di Siracusa (per il 2025 circa 400 su Catania e un centinaio su Siracusa).
Un cambiamento per questi uomini è possibile?
Int
E per le donne cosa si può fare?
Collaborare, come vogliono fare le istituzioni che stamattina si sono ritrovate insieme intorno allo stesso tavolo: la Prefettura di Catania, l’Università etnea e l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania, insieme all’Inail – Comitato Consultivo Provinciale di Catania, all’Ufficio Scolastico Provinciale, all’Amts e all’Associazione Thamaia Ets che hanno promosso l’incontro “Un tempo per riflettere sulle relazioni violente”: lo scopo è un percorso formativo interistituzionale dedicato alla prevenzione della violenza e alla promozione di una cultura del rispetto.
Accanto a tutti rimangono sempre le forze dell’ordine: questa mattina, sempre a Catania, la Questura di Catania, insieme all’Ordine degli Avvocati e con la collaborazione del Comune ha dato vita in piazza Università a un punto d’informazione e divulgazione mediante uno stand e il camper della campagna permanente “Questo non è Amore”. Tanti gli studenti che hanno partecipato