Qual è il futuro del petrolchimico di Siracusa? Peggiorano le condizioni dei lavoratori, gli impianti sono spenti, non è garantita la manutenzione, si sono abbassati i livelli di sicurezza. Si rischia di cancellare 70 anni di storia industriale con la perdita di migliaia di posti di lavoro. I sindacati Fim, Fiom e Uilm discuteranno lunedì delle prospettive del polo industriale nella sede della Cassa edile di Siracusa. Per difendere l’industria a Siracusa – secondo i sindacati – è necessario realizzare investimenti per una transizione energetica ambientale e socialmente sostenibile. Fim, Fiom e Uilm sottolineano inoltre che «i lavoratori vogliono essere protagonisti del cambiamento, non spettatori passivi di scelte calate dall’alto o, peggio, dell’inerzia istituzionale». L’attivo unitario è stato convocato per definire le azioni da intraprendere in assenza di atti concreti e per lanciare un monito alle istituzioni. “La transizione energetica non può essere una promessa astratta – sostengono Fim, Fiom e Uilm – Servono azioni immediate, risorse concrete e una visione industriale moderna. Il polo siracusano ha tutte le potenzialità per diventare un modello nazionale di riconversione sostenibile. Ma serve coraggio politico, i lavoratori non possono più attendere».
Fim, Fiom e Uim regionali e di Siracusa, in una nota congiunta, denunciano «l’assenza di una strategia politica chiara e condivisa Fino ad oggi non ci sono indicazioni chiare da parte del governo su obiettivi, settori strategici e coperture finanziarie”.
SIRACUSA - TAVOLO SUL FUTURO DEL PETROLCHIMICO
105