4 Maggio 2024
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CALTANISSETTA - VIA D’AMELIO, LE ACCUSE AI POLIZIOTTI

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E’ stata una giornata importante nel processo d’appello sul depistaggio sulla strage di via D’Amelio in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino con gli agenti della scorta e che si celebra a Caltanissetta. Questa mattina le dichiarazioni, forti, dell’avv. Rosalba Di Gregorio, legale di parte civile di Cosimo Vernengo, Giuseppe La Mattina e Tanino Murana, accusate ingiustamente dal falso collaboratore Vincenzo Scarantino, che, secondo l’accusa, sarebbe stato imbeccato dai tre poliziotti imputati per costruire una falsa verità sulle stragi, e che ha affermato che “il depistaggio sulla strage c’è stato e continua ancora oggi”. Poi la parola è passata all’avv. Fabio Trizzino, legale della famiglia Borsellino e marito di Lucia Borsellino, che, parlando dei tre poliziotti imputati, li ha definiti “protagonisti del confezionamento dell’impostura”. Si tratta di Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei, accusati di concorso in calunnia aggravata dall’avere favorito Cosa nostra. I tre agenti facevano parte del gruppo Falcone – Borsellino al servizio di Arnaldo La Barbera, che sarebbe il simbolo dei servizi segreti deviati. “Cosa è successo dopo la strage di via D’Amelio nell’ufficio del giudice Borsellino? Non abbiamo mai visto un verbale di sequestro dei documenti. Eppure Borsellino era uno che lavorava tanto” ha detto Trizzino nella sua arringa difensiva. “Il collaboratore di giustizia Santo Di Matteo – ha aggiunto – andrebbe strizzato una volta per tutte, ci dicesse la verità perché siamo tutti stanchi di questa storia”. Di Matteo iniziò a collaborare con i giudici nell’ottobre 1993. Appena un mese dopo venne rapito il figlio Giuseppe, e a dicembre la moglie gli chiese di “ritrattare”, per cercare di riavere il figlio. Ma il pentito non chiarì mai con gli inquirenti a cosa facesse riferimento la donna. L’avvocato ha definito quello di via D’Amelio “uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana” con un “abnorme inquinamento probatorio, di poliziotti lasciati liberi di scorrazzare nel campo dell’illegalità e di pm che abdicarono alla loro funzione di controllo e vigilanza. Infine, è intervenuto l’avvocato Francesco Centineo, rappresentante di parte civile dei familiari delle vittime della strage di via D’Amelio. “Ritengo che se non ci saranno delle giuste condanne questi depistaggi continueranno” ha detto.

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