E’ stata rinviata al prossimo 13 gennaio il processo a sei componenti della Mare Jonio che è cominciato oggi davanti al Tribunale di Ragusa. Sono accusati di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina per avere soccorso cinque anni fa 27 naufraghi, che da 38 giorni si trovavano a bordo della petroliera danese Maersk Etienne al largo delle isole maltesi, poi fatti sbarcare a Pozzallo. Tre mesi dopo Mediterranea Saving Humans ricevette una donazione dalla compagnia armatoriale della nave, Maersk Tankers, “tanto è stato utilizzato dalla Procura per accusare gli attivisti di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravato dall’infamante scopo di lucro, scatenando una vera e propria macchina del fango contro di noi”, sostiene la ong italiana. “A cinque anni di distanza dagli eventi si apre il pubblico dibattimento, che sarà per noi occasione per ristabilire la piena verità e legittimità di quanto accaduto e trasformare una assurda accusa contro il soccorso in mare e la solidarietà, in un processo contro chi in mare fa invece morire donne, uomini e bambini in stragi come quella di Cutro o in omissioni di soccorso che provocano sofferenza e morte”, ha detto Mediterranea Saving
L’Etienne aveva recuperato i migranti il 5 agosto del 2020 mentre il loro barcone stava affondando in acque internazionali. Per Mediterranea Saving Humans “le autorità maltesi, che pure avevano coordinato il soccorso, si rifiutarono di assegnare un porto sicuro per lo sbarco e il governo danese non mosse un dito per risolvere la situazione”. Dopo oltre un mese di appelli da parte dell’equipaggio, delle agenzie delle Nazioni Unite, delle organizzazioni umanitarie di tutta Europa, l’11 settembre Mare Jonio, che si trovava in missione Sar, rispose alla richiesta di assistenza intervenendo a bordo della petroliera con il team medico-sanitario. “In quella circostanza abbiamo accertato una situazione insostenibile e incompatibile con un’ulteriore permanenza delle persone a bordo della Etienne, a causa di condizioni fisiche e psicologiche dei naufraghi in progressivo deterioramento”, spiega Mediterranea Saving Humans. Le 27 persone furono trasferite sulla Mare Jonio e il 13 settembre le autorità italiane assegnarono il porto di Pozzallo come luogo sicuro di sbarco