STRAGI DEL 1992 - ARCHIVIATA INCHIESTA SUL PENTITO AVOLA

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“Le dichiarazioni eteroaccusatorie nei confronti di altri indagati” fatte dal pentito Maurizio Avola sulle stragi di Capaci e di via D’Amelio “non sono riscontrate” e “pertanto deve disporsi l’archiviazione” dei boss di Cosa nostra nostra di Catania accusati dal collaboratore: Aldo Ercolano, Marcello D’Agata ed Eugenio Galea. Lo scrive il gip di Caltanissetta, Santi Bologna, nel decreto di archiviazione dell’inchiesta. Nel provvedimento il gip “rammenta come Avola sia stato sottoposto a una lunga attività di intercettazione, sottolinea la “corposissima attività svolta per cercare di verificarne le dichiarazioni” e dice che “la ricerca nella verifica del racconto è stata svolta a tutto tondo”, poi segnala “una serie di elementi che incidono sulla sua credibilità” come “la tardività nella scelta di collaborativa” e la “difficile lettura delle motivazioni interne che lo hanno spinto ad aprirsi”. Sulle strage di Capaci, rileva il giudice, Avola ha fatto “dichiarazioni generiche, e nessun elemento specifico porta a una sua partecipazione diretta o di altri soggetti catanesi alla fase preparatoria” dell’attentato. Sulla strage di via D’Amelio, alla quale il pentito del clan Santapaola dice di aver partecipato con Aldo Ercolano, Giuseppe e Filippo Graviano e Matteo Messina Denaro, il gip osserva che ci “sono molteplici ragioni per cui il narrato di Avola non può considerarsi né riscontrato né attendibile” e in alcuni punti anche “contraddittorio”. Nelle 126 pagine del decreto di archiviazione, il gip contesta punto per punto la ricostruzione di Avola sulla sua presunta partecipazione all’attentato di via D’Amelio e cita anche alcune dichiarazioni inedite di Avola che accusa sé stesso e Aldo Ercolano di avere ucciso il boss della banda della Magliana, Renato De Pedis e si autoaccusa di avere commesso, nel 1993, un omicidio per conto dei servizi segreti italiani. “Trattasi – scrive il giudice – di episodi delittuosi mai riferiti prima e di competenza della Procura di Roma”.

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