James Cutfield, il comandante del veliero Bayesian, non ha risposto alle domande dei magistrati della procura di Termini Imerese che lo hanno raggiunto nella sala congressi dell’hotel dove l’indagato alloggia. Il 51enne neozelandese deve rispondere di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo per il naufragio dello yatch a Porticello, nel palermitano, il 19 agosto. Gli avvocati Giovanni Rizzuti e Aldo Mordiglia hanno chiarito che il loro assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere per due fondamentali ragioni: è molto provato e poi la nomina dei legali è arrivata ieri e per articolare una linea difensiva compiuta e completa e corretta – hanno spiegato – abbiamo bisogno di acquisire una serie di dati che al momento non possediamo. Al momento non sappiamo se ci sono altri indagati”. Terminate le operazioni Sar, dopo il naufragio del veliero Bayesian, la Guardia costiera sta conducendo un’attività di monitoraggio ambientale sul luogo dell’affondamento, per scongiurare eventuali fuoriuscite di idrocarburi provenienti dallo scafo. Al momento non si registrano perdite dai serbatoi e non risultano tracce di inquinamento da idrocarburi. Con un post è intervenuto l’ex comandante della bayesian, Stephen Edwards, che ha provato a ricostruire quanto avvenuto la notte del naufragio scrivendo che il veliero è andato “oltre i suoi limiti operativi”. Il portellone sul lato sinistro “al 100% non era aperto”; con un’inclinazione di 45 gradi e i bocchettoni della sala macchine aperti, la barca può avere “seri problemi” e “inizia a imbarcare acqua”; non c’era obbligo di tenere la deriva mobile abbassata; con un cambio repentino delle condizioni meteo, l’equipaggio aveva un “tempo breve per reagire”.
PORTICELLO - BAYESIAN, COMANDANTE NON RISPONDE
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