La ringrazio per la telefonata, ma ho già rilasciato la mia dichiarazione e preferisco limitarmi a questo. Alessandro caltagirone, coinvolto nell’inchiesta della procura di Palermo per gli appalti truccati all’Asp di Siracusa quando era direttore generale, ha affidato il suo commento allo STUDIO LEGALE, gli avvocati Pietro Canzoneri e Giuseppe Seminara, dopo la decisione del gip di rigettare la richiesta di arresti domiciliari, preferendo non aggiungere altro. I suoi legali, hanno evidenziato i passaggi chiave del provvedimento. Il Gip ha ritenuto che: «Non emergono gravi elementi idonei a comprovare l’asservimento da parte del pubblico ufficiale della sua funzione in favore degli interessi manifestati dai privati, né la dimostrazione di mera disponibilità a compiere in futuro atti contrari ai doveri del proprio ufficio, né ancora l’esercizio della propria influenza sui commissari di gara». Inoltre, ha escluso l’esistenza di un «pactum sceleris», ravvisando, al contrario, «elementi di segno contrario, espressivi di un netto distacco rispetto alle richieste avanzate dai privati e avallate da terzi». Gli avvocati sottolineano che il Giudice ha riconosciuto la conformità ai doveri istituzionali del Dott. Caltagirone, che non ha ceduto a pressioni o mostrato disponibilità a favorire interessi privati. “Un sollievo dopo il dolore”: l’ex manager ha accolto la decisione ricordando le settimane di profonda sofferenza: “Ho sempre cercato di operare nell’interesse esclusivo dei pazienti, dei più fragili e della comunità che ho servito con dedizione. Sapere che il mio nome è stato accostato a vicende lontane dal mio modo di essere e di operare è stato, umanamente, un dolore profondo.” Caltagirone ha ribadito che la scelta di autosospendersi e dimettersi, seppur dolorosa, fu «un atto necessario, per rispetto verso la Magistratura e per tutelare l’Azienda». La stessa decisione del Gip ha coinvolto l’Onorevole Saverio Romano, per il quale è stata rigettata la richiesta di arresto. L’avvocato Raffaele Bonsignore, legale del deputato, ha espresso forte rammarico per la gestione mediatica del caso, parlando di «campagna mediatica aggressiva e lontana dai fatti». Bonsignore ha evidenziato che l’assenza di provvedimenti per Romano nasconde un dettaglio cruciale: «per una delle ipotesi di reato è stata riconosciuta l’insussistenza di gravi indizi e per l’altra è stata espressamente esclusa ogni configurabilità del reato». Il legale ha criticato la «macchina del fango azionata con estrema disinvoltura ben prima che la magistratura potesse svolgere il proprio ruolo di garanzia».
APPALTI TRUCCATI - CALTAGIRONE: “UN SOLLIEVO DOPO IL DOLORE”
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