CATANIA - CLAN SCALISI DI ADRANO, 20 ARRESTI

di Sarah Donzuso
232 visite

Commercianti e imprenditori Adraniti erano costretti a pagare ogni mese il pizzo al clan Scalisi. È uno degli elementi che emerge dall’operazione Primus che ha portato all’arresto di 20 persone da parte della polizia di Catania e della squadra mobile che hanno eseguito -sotto il coordinamento della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato – un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Catania. Tra gli arrestati anche moltissimi giovani. C’è anche un latitante. Gli indagati in totale sono 29.

I soggetti arrestati sono gravemente indiziati, con differenti profili di responsabilità, dei delitti di associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti e porto e detenzione illecita di armi da sparo, tutti reati aggravati dalla finalità di agevolare l’associazione mafiosa di appartenenza.
Si è trattata di un’articolata indagine, iniziata nel luglio 2021, sul clan Scalisi di Adrano, articolazione territoriale del clan Laudani di Catania e che ha documentato il riassetto dei ruoli apicali e l’attuale organigramma del sodalizio mafioso.

A gestire il clan sarebbe stato Alfio Di Primo: scarcerato nel luglio 2021, appena tornato in libertà ha assunto la guida dell’associazione mafiosa divenendone reggente. Di primo tra l’altro è cognato di Giuseppe Scarvaglieri, condannato all’ergastolo e capo indiscusso del clan Scalisi e la cui autorità è riconosciuta da tutti gli affiliati.

Per quanto concerne le estorsioni, erano commesse nella tipica forma mafiosa del “pizzo”, a danno di commercianti e imprenditori adraniti costretti a pagare mensilmente somme di denaro agli esattori dell’organizzazione mafiosa. Diverse le cifre richieste.
tra tutti gli imprenditori vittime di estorsione, solo 1 ha ammesso e ha collaborato. Estorsioni anche sui cantieri edili che avevo ricevuto i bonus del 110%.
Gli imprenditori che hanno rifiutato l’imposizione hanno subito diversi episodi di danneggiamento.

Le casse dell’associazione mafiosa venivano alimentate anche dal traffico di sostanze stupefacenti.

Per presidiare il territorio, gli affiliati si sono dotati anche di armi da sparo.

Potrebbe interessarti anche:

©2022 Video Mediterraneo – Powered by Rubidia. Tutti i diritti riservati | R.V.M. Srl – S.S. 115 Km 339,500 – Modica (RG) | P.Iva 00857190888.